martedì 16 aprile 2013

FEBBRE



Non tra i bambini – con loro.
Con loro e come loro-
                            Pacifici
ai piedi della loro crescita,
all’ombra della loro statura prossima:
                            questo
lo straripante desiderio, questo,
non un suo travestimento.
E con questo tutto il non ancora,
il prima della primavera, quella
luce piovigginosa, quella grigia
fabbriceria di gemme nell’aria acquosa.
Può tante volte essere stata alta
questa febbre e salire, salire ancora.

(Mario Luzi – Per il battesimo dei nostri frammenti)


Ciao Maggie,
         il 4 Aprile di due anni fa sei stata battezzata. Ti abbiamo fatto, a tua insaputa, questo dono. In questi ultimi anni molte scelte di carattere religioso non si fanno più per “tradizione” (nel senso deteriore di questa parola), per “consuetudine”, a volte addirittura per “obbligo morale” (come avveniva spesso per il Matrimonio in Chiesa). Le statistiche lo dimostrano. La “laica” soddisfazione – letta anche su un recente articolo di Repubblica – per questa diminuzione dei rituali “Sacramentali” a scandire i vari passaggi della nostra vita è discutibile. Sono tutt’altro che convinto che questo sia un segno di maturità della nostra società. Allo stesso tempo però valuto positivamente il fatto che ciò sia il segno di una maggiore consapevolezza di chi fa queste scelte. Capisco le obiezioni di chi ritiene sbagliato darti un “regalo” così importante come il Battesimo quando ancora tu non ne potevi capire il senso e il significato. Ho diversi amici che hanno deciso diversamente. Comunque sarai tu con le tue scelte, il tuo pensiero e la tua ricerca a dare un contenuto alla tua Fede oppure a compiere altri percorsi.
         Devo ad un mio professore del liceo già ricordato, don Gianfranco Poma, l’aver conosciuto la poesia di Luzi che ho usato anche in occasione del Battesimo di Filippo e Nicolò (di Filippo sono anche il padrino). Come altri testi in versi mi dà piacere anche solo leggerla, magari ad alta voce; mi stupisce sempre la capacità di questi “giganti” di scegliere e accostare le parole in modo che ti dia soddisfazione anche solo l’ascolto o la lettura. Non sarei in grado di farti una critica testuale come quella che don Gianfranco ci fece allora, ti faccio notare solo – perché mi colpiscono ogni volta che li rileggo – gli “ossimori” della seconda parte “luce piovigginosa”, “grigia fabbriceria”…Naturalmente dietro alla perfezione della forma c’è anche la ricchezza del contenuto. L’evangelico diventare bambini, la trepidazione (pacifica però) per questo seme che cresce e per i nutrimenti adatti a questa crescita. Il “non ancora” che è la vita di ogni bambino. Ho anch’io questa “febbre” positiva del vederti crescere e prego ogni giorno di esserti di aiuto e non di intralcio.


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