martedì 25 dicembre 2012

PROFUMO DI CIRMOLO...



“Quel Dio che qualche decennio fa sembrava irrimediabilmente morto…sepolto dall'oblio dell'uomo evoluto, in realtà sembra più vivo che mai. Come diceva in modo estremo (ma non troppo) padre Turoldo, il problema per la società attuale non è tanto se Dio esista o no quanto piuttosto quale Dio scegliere… come alla fede non di rado si sostituisce la religiosità evanescente, così all'ateismo prometeico è subentrata l'indifferenza superficiale. Kierkegaard nel suo Diario annotava: «La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani» l'uomo contemporaneo sa tutto sui cibi e sui vestiti, sulle mode e sui consumi, ma non è più in grado di porsi le domande autenticamente "religiose" che tormentano la coscienza, non sa più scoprire il senso della vita, le radici dell'essere, la via del bene e quella del male, la meta dell'esistenza. Conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore vero della realtà. È per questo che le religioni avranno un futuro solo se rimarranno se stesse nel loro cuore autentico, cercando e proclamando le verità "ultime" della vita e della morte, del bene e del male, della giustizia e della immoralità, coordinandole con le "penultime" dell'impegno concreto, conducendo l'uomo verso l'altro, cioè il fratello, ma anche e soprattutto verso l'Altro per eccellenza, il trascendente, evitando le scorciatoie della fede "liofilizzata", commerciale o banalmente esoterica…se l'indifferenza, la banalità, la volgarità, l'inerzia distratta, il vociare vano e vacuo sono il contrario della religione autentica, è vero per il credente ciò che nel suo Journal affermava Julien Green: «Finché si è inquieti, si può stare tranquilli»”.

Ciao Maggie,
         oggi è Natale, il tuo terzo Natale. Stai cominciando a capire che è una giornata speciale ed hai atteso con impazienza l’apertura dei doni. Come ogni anno gli amici della nonna hanno fatto visita a casa Porta, la sera della vigilia, vestiti da Babbo Natale!
         Per gli auguri di quest’anno ho scelto la citazione di Kierkegaard sottolineata e in neretto. Qui nel post te l’ho riportata all’interno di uno stralcio più ampio dell’articolo di Mons. Ravasi apparso qualche tempo fa su una rivista on line.
         La rotta della propria vita…ognuno sceglie chi lasciare al timone. Se stessi, altre persone, ideologie, cose materiali, soldi… Naturalmente ogni scelta impone alla propria esistenza direzioni diverse e conseguenze importanti.  
         Come ti ho già scritto più volte, volenti o nolenti, con consapevolezza o meno, con maggiore o minore impegno, anche i genitori contribuiscono a dare una direzione al cammino della vita e questa responsabilità mi intimorisce sempre.
         Per chi crede oggi ricordiamo un evento incredibile: il Dio creatore ha scelto di non “dire” soltanto cosa l’uomo deve fare ma di “farsi” uomo “perché ne seguiamo le orme” (1 Pt 2, 21).

P.S. Ho scelto la stessa immagine dell’anno scorso. Sarà sempre l’immagine del Natale. Adesso non so nemmeno su quale scaffale della cantina sia. È tra le cose che a tua mamma non piace mettere “in vista”. A me piace tantissimo, mi piace soprattutto il suo profumo di cirmolo che mi ricorda le Dolomiti…

martedì 18 dicembre 2012

UNA SU MILLE...



Ciao Maggie,
         una mattina della settimana scorsa, nel tragitto verso Cantù, ho ascoltato questa canzone ed ho deciso che l’avrei usata per il blog. Prima di commentarla una premessa. Nel 1988 si svolse “Human Right Now!”, un tour organizzato per celebrare il quarantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo e sostenere Amnesty International. Vi parteciparono numerosi artisti importanti tra cui Bruce con la E Street Band, Sting, Tracy Chapman, Peter Gabriel, Youssou N’dour. In ogni nazione in cui il tour veniva ospitato era presente una “star locale” e la sorte per l’Italia cadde, ahimè, su Baglioni. Dico ahimè perché come era prevedibile, il pubblico intervenuto per ascoltare Bruce o Sting o gli altri, non aveva certo nelle sue corde “questo piccolo grande amore” ed in effetti fischiò alla grande il cantante romano.
         La premessa era doverosa per farti capire che anche per me le canzoni di Baglioni non sono il massimo. Dovrei inventare una etichetta del blog tipo “da non ascoltare, da non fare…” e la maggior parte delle sue canzoni ci finirebbe dentro. Ne salvo un paio, tra cui questa perché, ogni volta che la sento, mi suscita dentro qualcosa, specie da quando ci sei tu. Le parole che mi colpiscono di più sono queste:

«…e imparerai che per morire ti basterà un tramonto
in una gioia che fa male di più della malinconia
ed in qualunque sera ti troverai non ti buttare via
e non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso
figlio di un cielo così bello perché la vita è adesso».

Retoriche, senza dubbio, però per me e per te l’invito a non buttare via il tempo e i giorni è prezioso!

martedì 11 dicembre 2012

FOUR MORE YEARS (THE BEST IS YET TO COME)


“Stanotte, più di 200 anni dopo che una ex colonia si è conquistata il diritto di determinare da sola il suo destino, l’impegno nel perfezionamento dell’unione continua. Va avanti grazie a voi. Va avanti perché avete riaffermato lo spirito che ha trionfato sulla guerra e la depressione, lo spirito che ha sollevato questo paese dagli abissi della disperazione fino alle alte vette della speranza, la ferma convinzione che, mentre ognuno di noi insegue il proprio sogno personale, insieme siamo una famiglia americana e insieme trionferemo o cadremo come una sola nazione e un solo popolo.  Questa notte, in questa elezione, voi, popolo americano, ci avete ricordato che anche se il nostro cammino è stato duro, anche se il nostro viaggio è stato lungo, ci siamo fatti forza, abbiamo combattuto, e nei nostri cuori sappiamo che il meglio per gli Stati Uniti d’America deve ancora venire…So che le campagne politiche a volte sembrano piccole, persino stupide. E che forniscono ai cinici molto materiale per criticare, i cinici che ci dicono che la politica non è nulla più che una gara tra ego o territorio di interessi particolari. Ma se mai avrete la possibilità di parlare alla gente che ha partecipato ai nostri comizi e si è ammassata dietro le ringhiere nella palestra di una scuola, o avete visto persone lavorare fino a tardi in un ufficio dell’organizzazione della campagna in qualche piccola contea lontano da casa, scoprirete che non è così. Sentirete la determinazione nella voce di un giovane organizzatore sul campo che sta cercando di costruirsi il futuro studiando al college e vuole che ogni bambino abbia la sua stessa opportunità. Sentirete l’orgoglio nella voce di una volontaria che va di porta in porta perché suo fratello è finalmente stato assunto quando la fabbrica di auto locale ha aggiunto un altro turno alla produzione.

Sentirete il profondo patriottismo nella voce della moglie di un militare che sta ai centralini fino a tarda notte per assicurarsi che nessuno che combatte per questo paese debba mai combattere per un lavoro o un tetto sulla testa quando torna a casa. Ecco perché noi lo facciamo. Ecco cosa può essere la politica. Ecco perché le elezioni contano. Non è cosa da poco, è una cosa grande. È importante. La democrazia in una nazione di 300 milioni di persone può essere rumorosa, caotica e complicata. Ognuno di noi ha la propria opinione. Ognuno ha cose in cui crede profondamente. E quando attraversiamo momenti difficili, quando come paese prendiamo decisioni importanti, questo necessariamente suscita passioni e controversie. Tutto questo non cambierà dopo stanotte. E non deve farlo…Crediamo in un’America generosa, in un’America che ha compassione, in un’America tollerante aperta ai sogni della figlia di un immigrato che studia nelle nostre scuole e crede nella nostra bandiera…Non sarà sempre una linea retta. Non sempre il cammino sarà agevole. Sapere che abbiamo speranze e sogni comuni non metterà termine ai nodi né risolverà tutti i nostri problemi o sostituirà il faticoso compito di costruire il consenso e i difficili compromessi necessari per portare avanti questo Paese…Il ruolo dei cittadini nella nostra democrazia non finisce con il voto. Non abbiamo mai pensato a cosa l’America possa fare per noi, ma a cosa possiamo fare insieme, con il lavoro duro e frustrante, ma necessario, dell’auto-governo. Ecco il principio su cui ci fondiamo…la libertà per cui così tanti americani hanno combattuto e sono morti comporta tanto diritti quanto responsabilità. E tra i diritti ci sono amore, carità, dovere e patriottismo… Non sto parlando di cieco ottimismo, di quella speranza che ignora l’enormità delle sfide o gli ostacoli sul nostro cammino. Né dell’idealismo delle buone intenzioni che ci consente di sederci ai bordi della strada e sottrarci a una sfida. Ho sempre creduto che la speranza è quella cosa testarda dentro di noi che ci ripete che, nonostante ogni prova del contrario, ci aspetta qualcosa di meglio, se abbiamo il coraggio di continuare a provarci, di continuare a lavorare, di continuare a lottare….Non importa se sei nero o bianco o ispanico o asiatico nativo americano o giovane o vecchio o ricco o povero, abile, disabile, gay o etero. Se vuoi provarci in America puoi farcela. Credo che possiamo afferrare il futuro insieme perché non siamo divisi come suggerisce la nostra politica. Non siamo cinici come credono i guru. Siamo più grandi della somma delle nostre ambizioni individuali, e siamo più di una manciata di stati rossi e blu. Siamo e saremo per sempre gli Stati Uniti d’America. E con il vostro aiuto e la grazia di Dio continueremo il viaggio e ricorderemo al mondo perché viviamo nella nazione più grande della terra. Grazie, America. Dio vi benedica. Dio benedica questi Stati Uniti.”


Ciao Maggie,

         altri importanti avvenimenti, oltre al tuo secondo compleanno, hanno segnato il mese di Novembre del 2012.

         A fine mese, ad esempio, la Barley arts ha annunciato le nuove date italiane del Wrecking ball tour nell’estate 2013. Almeno un’altra “liturgia” rock è assicurata. Coi tempi (musicali) che corrono è una vera grazia.

         Bruce ha sostenuto anche stavolta, pur con qualche distinguo, la candidatura di Obama. E questo è il secondo evento di cui ti vorrei parlare. Un mese fa, esattamente il 6 Novembre 2012, Barack Obama è stato rieletto come 44° presidente degli Stati Uniti d’America.  Continuerà quindi ad essere il “tuo” primo presidente. Ha vinto abbastanza nettamente, nonostante le previsioni della vigilia dessero l’avversario Mitt Romney molto vicino se non ormai in testa. Ed io ne sono contento. Ognuna delle considerazioni che vorrei farti – il ruolo degli Stati Uniti nella politica mondiale, il confronto “politico-amministrativo” tra USA e Italia, il valore della democrazia americana, le tematiche ambientali, quelle sociali, il peso delle lobby affaristico-religiose sul voto… - meriterebbero un post a parte. In quei giorni, ad esempio, un mio coomento su Facebook sul fatto che di Mitt Romney non sentiremo più parlare nei prossimi mesi (e che tu probabilmente sentirai parlare di Obama solo come storia), mentre in Italia i politici sono sempre quelli e combinano sempre gli stessi disastri, è stato apprezzato da alcuni, ma criticato da altri che non vedono negli Stati Uniti un modello di riferimento. Oppure pensa che una gran parte dei cristiani (di tutte le confessioni) americani è contraria ad Obama per motivi che invece sono praticamente gli unici che apprezzano quelli che vedono gli Stati Uniti come una finta democrazia e un pessimo leader mondiale. Insomma situazione complessa che, per farla breve, non mi ha impedito di esultare alla notizia della rielezione e ascoltando le parole del presidente subito dopo la certezza del risultato. Parole che hai letto sintetizzate sopra e che puoi invece ascoltare per intero nel video che conclude il post (perché tu l’Inglese lo saprai benissimo, vero?)…

martedì 4 dicembre 2012

GROWIN'UP (NOVEMBRE)



Ciao Maggie,
            il mese di Novembre è stato particolarmente ricco. Abbiamo festeggiato per ben tre volte il tuo compleanno.
            La prima volta il giorno giusto, l’8, solo noi tre a casa nostra.

            La seconda Sabato 10, dai nonni a Cantù, con zia Gio e Viviana.

            La terza a casa di nonna Marilena, con zia Bea, zio Massimo, i  gemelli,  zia Sissi, zia Rosi, zio Livio, Chiara, Simone, Samuele e zio Osvaldo.

            Domenica 18 abbiamo passato una bellissima giornata con le compagne di università della mamma. Eravamo a Novara,  a casa di Letizia e Vincenzo.

martedì 27 novembre 2012

NINNA NANNA MAMMA TIENIMI CON TE...


  
Ciao Maggie,
         prima di parlare di questo intenso mese di Novembre, una piccola “rivoluzione”. Mi sono accorto casualmente che ormai è un anno (anzi qualche giorno in più) che ho iniziato questo blog. Allora, anche se per te non cambia niente, perché non l’hai mai visto, ho deciso di rinnovare un po’ la grafica. Più che altro per sottolineare a me questo passaggio.
         Siccome non sono un mago dell’informatica, non sono riuscito a fare proprio quello che volevo, ma nemmeno me ne importa più di tanto. Magari ci lavorerò sopra un po’.
         Come introduzione ho messo la canzoncina che ti piace di più in questo periodo e che ci fai ripetere allo sfinimento…
 
 

martedì 20 novembre 2012

"SOLO L'AMORE È CREDIBILE"



Ciao Maggie,
         qualche tempo fa ti accennavo allo spezzone di un film da cui ero partito per una serie di riflessioni sulla morale. Ora te lo propongo. Ti ho già detto che non sono un grande fan dei film “impegnati” e che nella “settima arte” cerco soprattutto svago, divertimento, relax. Però le opere di Kieślowski sono veramente dei capolavori.
         Al di là delle foto che fanno da punto di partenza, la forza di questo dialogo tra zia e nipote è l’essenzialità della definizione di fede, anzi dell’esperienza della fede racchiusa in un abbraccio.
         Tutto il resto del messaggio cristiano è sovrastruttura; se c’è questo nucleo c’è la Fede, il Cristianesimo e la Chiesa,  tutto le altre realtà sono contorno. Se c’è tutto il resto ma non questo nocciolo, non c’è né Fede, né Cristianesimo, né Chiesa.
         Liturgia, morale, dogmi, gerarchia, strutture, Parrocchie, movimenti, Catechismi, Teologie… stanno o cadono su questo.
         Naturalmente non lo dico e non me lo invento io (“da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" Gv 13, 35; “Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri” 1Gv 3, 11; “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”; 1Gv 4, 7-8; “«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»" Mt 22, 36-40 e potrei citare molti altri passi).
         Molte delle critiche che vengono mosse dall’ateismo militante sarebbero meno feroci, meno acritiche e meno astiose se ci si ricordasse che l’unico fine della comunità dei credenti è trasmettere e vivere questo messaggio e che è proprio nel “veicolarlo” che – come è ovvio – ci possono essere errori e travisamenti anche gravi.
         Per ora basta così. Ci saranno altre occasioni per ricordare come questa parola “Amore” vada naturalmente riempita di contenuto e concretizzata senza banalizzarla. Anzi proprio la Fede, potremmo dire, trova il suo senso nel darci la Grazia di capire cosa vuol dire amare veramente…ma, appunto, ne riparleremo.

"A la tarde de la vida te examineran en el amor"
San Giovanni della Croce

martedì 13 novembre 2012

13 NOVEMBRE



Ciao Maggie,
            il 13 Novembre 1992, esattamente 20 anni fa, moriva tuo nonno Mario.
            Per adesso è ancora semplice dirti che lui è in cielo ed è una frase che già ripeti quando vedi la sua fotografia.
            Molto difficile in questi anni è stato invece per tua mamma, le sue sorelle e tua nonna Marilena, vivere quotidianamente l’assenza di un padre e di un marito. Nella mia vita ho conosciuto pochi grandi lutti personali, ma spesso ho avuto a che fare con persone segnate dalla profonda ferita della mancanza di una persona importante, un coniuge, un figlio… Mi sono reso conto che, se è già arduo affrontare in generale il tema della morte, consolare e dare una “spiegazione” a certe situazioni è una salita a volte insormontabile.
            Poiché noi diamo a certe relazioni un valore “assoluto” nella nostra vita, la loro perdita ci fa mancare un po’ la terra sotto i piedi, che si sia credenti o no. Allora le parole giuste da dire sono difficilissime da trovare, spesso inutili, falsamente consolatorie, a volte addirittura dannose! Nella mia esperienza sono arrivato alla conclusione che è molto meglio “farsi prossimo” a queste persone, anche in silenzio, ma con una condivisione fattiva e duratura del dolore piuttosto che cercare di dare risposte immediate e poi lasciarle alla loro incolmabile solitudine. Non sempre ci sono riuscito, ma ci ho provato e comunque la ritengo l’unica strada.
            Con nonna Marilena ho cercato di ricordarmi ogni anno della data del 13 Novembre con piccoli pensieri “positivi” che prendo da pagine che ho letto, dalla Bibbia, da grandi autori e poeti.
            Quest’anno ho scelto una poesia di Borges: I Giusti. Ho conosciuto nonno Mario solo superficialmente e per breve tempo, ma molto di più per la testimonianza di persone che lo hanno incontrato sul loro percorso di vita e stimato come familiare, collega, politico, Sindaco. Credo quindi che possano adattarsi al suo ricordo questi versi che ricordano a ciascuno di noi come svolgere le proprie attività con passione, dedizione, generosità, coerenza, sia il primo modo per “salvare” il mondo in cui viviamo.

I Giusti

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur
giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges
(La cifra, 1981)

martedì 6 novembre 2012

GROWIN'UP (OTTOBRE)



Ciao Maggie,
         la prima domenica di ottobre abbiamo festeggiato il 25° di matrimonio di zia Anna e zio Bruno al ristorante Cibo Sano.


         Sabato 13 abbiamo ricevuto la visita di Chiara e Marco con Samuele e Simone. Una piacevole e divertente serata. Certo che, a pensarci bene, sei circondata da “maschiacci”, speriamo che quando sarete più grandi facciano bene il loro dovere di “guardie del corpo”…


         Lunedì 22 il clima ci ha permesso, dopo l’asilo, l’ultimo giro sull’altalena al parco. Il lunedì successivo era già praticamente inverno…


         Il 26 abbiamo festeggiato dalla nonna il compleanno della mamma.


         Il mese è finito con un piccolo dispiacere sportivo, la sconfitta nel derby con Varese, ma noi biancoblù non ci scoraggiamo, è ancora lunga…
         In questo mese, grazie anche alla collaborazione preziosa delle maestre dell’asilo, hai cominciato ad usare il vasino e presto - speriamo – potrai fare a meno del pannolino…


martedì 30 ottobre 2012

SE UNO NON RINASCE DALL'ALTO...

Ciao Maggie,
         per rimediare alla lunghezza e al “peso specifico” dei post delle scorse settimane, oggi solo poche parole anche perché non ne servono…
         Don Marco, un mio carissimo amico (quello che mi ha regalato la prima copia de “Il Signore degli Anelli) ha postato su Facebook  un video stupendo. Un cortometraggio che non ha bisogno di troppi commenti. Eccolo:


martedì 23 ottobre 2012

VENTIDUE SILLABE MAGNIFICHE (QUELLO CHE NON..)



Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Ciao Maggie,
         mi sono accorto che ultimamente ti ho dato troppi argomenti “da pensare”. Questa settimana non mi discosto però di molto, visto che passiamo alle cose “da leggere”.
         Ho dato un’occhiata allo scaffale della libreria di casa dove metto i volumi a cui tengo di più e la scelta è caduta ancora una volta su un’opera in versi: “Ossi di seppia”.
         Apro una parentesi: quando mi imbatto in questo libro  subito mi viene in mente che Montale l'ha scritto quando aveva più o meno 25 anni. “Spesso il male di vivere ho incontrato…”, “Cerca una maglia rotta nella rete che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!...” “Forse un mattino andando in un’aria di vetro…" e la poesia che ti ho messo come introduzione, forse la mia preferita. A poco più di vent’anni…Un segno lasciato per sempre nella letteratura e più ancora nella testa e nell’animo di tanti, una capacità di scegliere e accostare le parole e le sonorità, un retroterra culturale/letterario già così profondo! Non aggiungo altro!
         Ho avuto, devo ammetterlo, un grande privilegio  al tempo del liceo, quello di affrontare la poesia del ‘900 con un professore eccezionale: don Gianfranco Poma. Incontrare nel corso degli studi professori competenti, appassionati, carismatici è una fortuna incommensurabile ed un augurio che ti faccio fin da ora. Bisogna sapere scavare dentro queste parole, intravvederne la ricchezza e la molteplicità di significato, assaporarne la sonorità…avresti dovuto sentire come le leggeva! (Memorabili le letture della prima strofa di Chanson d’automne di Verlaine o dell’unico verso di Mattino di Ungaretti) Ma occorre anche invitare il lettore a cercare di capire cosa dicono a lui, mentre le sta leggendo.
         Guarda, ad esempio, le tre quartine di “Non chiederci la parola”. Nella prima e nell’ultima strofa ecco la sua dichiarazione con parole come “squadri”, “lettere di fuoco”, “dichiari”, “risplenda”, “croco”, “formula” contrapposte a “animo informe”, “polveroso”, “storta sillaba” e soprattutto agli splendidi ultimi due endecasillabi. Ci dicono come il poeta (e l’uomo) si ritrovi spesso in condizione di ricerca, accompagnato dal dubbio e dalla domanda e non arroccato con arroganza in formule e verità acquisite. È una condizione desiderabile, “piacevole”? Come si vive con l’animo informe, con le parole che sembrano sempre storte sillabe nei confronti della complessità della realtà? Cos’è quindi quella che il poeta prova per l’uomo della seconda strofa “che se ne va sicuro”: invidia, compatimento, disprezzo? Certamente distanza. Io mi ci ritrovo, sono fatto così, spesso provo anche invidia delle granitiche certezze, della sicurezza sfrontata di molti. Sarebbe bello aiutarti ad essere sicura, ma non arrogante, sempre in ricerca ma non disorientata. Mi sembra importante l’oggi del penultimo verso. Significa che il poeta si mette in un percorso in cui comunque continuerà a ricercare ciò che invece ognuno di noi è e ciò che ognuno di noi vuole. Platone nell’Apologia di Socrate fa dire a quest’ultimo: “… proprio questo è per l’uomo il bene maggiore, ragionare ogni giorno della virtù e degli altri argomenti sui quali m’avete udito disputare e far ricerche su me stesso e su gli altri… una vita che non faccia di cotali ricerche non è degna d’esser vissuta”.


Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri,
mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
Bertrand Russell

martedì 16 ottobre 2012

“DE SEXTO” SEMPRE MATERIA GRAVE!



…in rebus venereis non datur parvitas materiae.
Resp. S. Officii, Alexandre VII, 11 febbraio 1661
Denzinger-Schönmetzer, Enchiridion Symbolorum


Ciao Maggie,
         di pensiero in pensiero, questa settimana lo spunto iniziale mi ha portato molto lontano. Uno spezzone di “Decalogo” di Kieślowski mi ha fatto venire in mente quando avevo visto per la prima volta quei capolavori e da li sono andato a finire … alla morale!
         Il film l’ho visto durante la teologia a Venegono. Quando sono entrato in seminario nel 1984 (non 100 anni fa) c’era un “regolamento” che vietava di frequentare, durante i periodi di vacanza, locali pubblici come i cinema (quindi dovevi vedere i film che decidevano i superiori), ma anche i bar, le piscine (guai!)… C’era addirittura un’ora settimanale di spiegazione del suddetto regolamento, ma su questo paragrafo si cominciava a glissare. Effettivamente aveva un che di ridicolo, no?
         Ma in alcuni regolamenti di alcuni anni prima, tra le tante norme, si diceva addirittura che bisognava mettersi sotto le coperte con ancora indosso la veste talare e toglierla con cura evitando rigorosamente di sfiorare le parti intime… Quale formazione mentale, quale elucubrazione logica doveva avere chi ha steso quelle regole? Ci sarebbe a questo punto una lunga parentesi da aprire su come nel campo “Morale” abbia avuto una parte preponderante nei secoli - anche per responsabilità “pastorali” - il campo della materia sessuale, quasi fosse il principale campo delle regole da seguire e dei comportamenti da evitare e tutto in quell’ambito fosse peccato grave; su come ci è stato tramandato, per esempio, il sesto comandamento, rispetto all’originale dell’Antico Testamento, sul perché ancora oggi si abbia l’idea che per la Chiesa tutto in questa materia sia un po’ sporco, proibito, peccaminoso…ma per ora sorvoliamo e ritorniamo al “Regolamento”.
         Erano quindi Regole: più o meno logiche, più o meno rigide, ma Regole che riflettevano lo spirito del tempo e che andavano rispettate. Oggi i seminaristi se la riderebbero alla grande delle nostre come noi ce la ridevamo di quelle passate.
         Tutto questo, però mi ha portato a riflettere su un’altra questione più grande e importante: il fatto che anche noi (la mamma ed io), dovremo darti delle regole, dovremo “insegnarti” una morale… Lo faremo necessariamente, direi inevitabilmente, anche se non ne fossimo consapevoli, anche se non volessimo farlo, perché da quello che diremo, faremo, da come commenteremo un fatto, una notizia, in buona parte ti farai un idea di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato di ciò che va bene e di ciò che va male.
         È una grande responsabilità, in parte mitigata dal fatto che il primato sarà sempre della tua coscienza e della tua libertà personale e che starà poi a te continuare la formazione di questa coscienza e di questa libertà. Perché una coscienza non “formata” non riesce a discernere ciò che è bene e ciò che e male e una libertà che non aderisce alla Verità rischia di smarrire la strada e di fallire il bersaglio (peccato).
         Libertà e Coscienza sono parole che vanno ancora “di moda”. Molto meno, anzi per niente, formazione, peccato e tantomeno Verità! Ora, un’altra digressione che andrebbe fatta è sul complesso rapporto tra Legge e Libertà, tra imposizione “dall’alto” e scelta consapevole. Quanti spunti dalla visione di un semplice spezzone di film, di cui, tra l’altro, non ho parlato!
         Voglio solo, per concludere questo abbozzo di riflessione, dirti la mia idiosincrasia verso il “va tutto bene” o “va bene quello che mi fa stare bene”… Concetti che oggi sono molto in voga, non solo nella teoria, ma soprattutto nella pratica. Proprio qualche giorno fa riascoltavo una trasmissione radiofonica sulla famiglia e una sociologa “di fama” (ho poi letto il curriculum: è addirittura professore di ricerca presso il Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino) tale Chiara Saraceno ha detto: “…già dare giudizi di positivo e negativo vuol dire partire da un’idea un po’ preconcetta di come dovrebbe essere il mondo…”. Sono sobbalzato sul sedile. Non si possono più dare giudizi di positivo e negativo?!? Ma poco dopo ha rincarato la dose: “…se davvero le relazioni familiari sono importanti, non solo dal punto di vista sociale ma personale, ma, le relazioni famigliari intanto non sono solo le relazioni di coppia (risata), il famoso «reticolo» di genitori, zii, nonni, ecc. ecc. dove è del tutto irrilevante che ci sia stato un matrimonio e che si sia eterosessuali piuttosto che omosessuali…” Eh!!! Del tutto irrilevante? Passi il contesto colloquiale, passi questo ormai di moda elogiare e osannare a prescindere tutto ciò che è “diverso” dal “tradizionale”, ma una “sociologa” può affermare una cosa del genere? Passi anche l’uso del linguaggio iperbolico… Ma né lei, né qualsiasi omosessuale, eterosessuale, zio, nonno ecc. ecc. ci sarebbero, esprimerebbero le loro alte opinioni e potrebbero fare alcunché se non ci fosse all’inizio una coppia di un uomo e una donna!

Se c'è qualcosa di peggio dell'odierno indebolirsi dei grandi principi morali, è l'odierno irrigidirsi dei piccoli principi morali.
Gilbert Keith Chesterton, Tremendous Trifles, 1909

martedì 9 ottobre 2012

SENZA LIMITE E GIUDIZIO



“…Perciò, se vuoi trovarmi vivo, vista questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli, poiché se non verrai prima di tale giorno, non mi potrai trovare vivo.
E porta con te un panno di cilicio in cui tu possa avvolgere il mio corpo e la cera per la sepoltura. Ti prego ancora di portarmi di quei dolci, che eri solita darmi quando mi trovavo ammalato a Roma”.
(dalla Lettera a donna Jacopa)


Ciao Maggie,
            la sera del 3 ottobre 1226, dopo i vesperi, moriva san Francesco d’Assisi.
            Non è difficile spiegarti perché sono così affascinato dalla sua figura … come si potrebbe – dopo averlo incontrato – non esserlo?!, Se hai conosciuto la sua vita, se sei stato ad Assisi, se hai parlato con chi, sul suo esempio, ha dedicato a Dio la vita, non potrai non rimanere indissolubilmente legato a lui.
            Non certo legato alla stereotipata e sdolcinata caricatura di film alla “Fratello sole e sorella luna”, non certo all’”ecologista” o “pacifista” ante litteram… Piuttosto legato alla sua umanità vera e profonda, alla radicalità delle sue scelte. Ecco quello che mi ha sempre attirato ed anche un po’ sconcertato: la sua dedizione totale al Vangelo e – di conseguenza – il suo Amore totale per i fratelli, in particolare i più poveri. Mi domandavo e mi domando: si può essere “Cristiani” meno di così. Questa domanda meriterà altri approfondimenti…
            Pensa che San Francesco ha composto il suo scritto più conosciuto, il cosiddetto “Cantico delle creature”, mentre era gravemente malato, quasi cieco e con i suoi compagni che stavano già dividendosi e scontandosi su come raccogliere la sua eredità!  Ma il suo animo era talmente rappacificato e sereno, così da lodare Dio anche per “sora morte”!
            Mickey Rourke era fisicamente tra i meno adatti a interpretare il ruolo di Francesco in un film, ma sotto la splendida direzione della Cavani, ha sapute “entrare nella parte”. La scena delle stigmate è sicuramente molto forte, ma – a mio parere – assai riuscita. Memorabile anche la scena dell’approvazione della regola con le tre risposte: “L’uomo nuovo”, “Le sue orme”, “Senza limite e  giudizio”. Una umanità sapiente e unificata.

CAPITOLO 10 dei Fioretti
Come frate Masseo quasi proverbiando, disse a santo Francesco che a lui tutto il mondo andava dirieto; ed egli rispuose che ciò era a confusione del mondo e grazia di Dio; perch'io sono il più vile del mondo.
Dimorando una volta santo Francesco nel luogo della Porziuncola con frate Masseo da Marignano, uomo di grande santità, discrezione e grazia nel parlare di Dio, per la qual cosa santo Francesco molto l'amava; uno dì tornando santo Francesco dalla selva e dalla orazione, e sendo allo uscire della selva, il detto frate Masseo volle provare sì com'egli fusse umile, e fecieglisi incontra, e quasi proverbiando disse: "Perché a te, perché a te, perché a te?". Santo Francesco risponde: "Che è quello che tu vuoi dire?". Disse frate Masseo: "Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti e d'udirti e d'ubbidirti? Tu non se' bello uomo del corpo, tu non se' di grande scienza, tu non se' nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?". Udendo questo santo Francesco, tutto rallegrato in ispirito, rizzando la faccia al cielo, per grande spazio istette colla mente levata in Dio; e poi ritornando in sé, s'inginocchiò e rendette laude e grazia a Dio; e poi con grande fervore di spirito si rivolse a frate Masseo e disse: "Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me tutto 'l mondo mi venga dietro? Questo io ho da quelli occhi dello altissimo Iddio, li quali in ogni luogo contemplano i buoni e li rei: imperciò che quelli occhi santissimi non hanno veduto fra li peccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grande peccatore di me; e però a fare quell'operazione maravigliosa, la quale egli intende di fare, non ha trovato più vile creatura sopra la terra; e perciò ha eletto me per confondere la nobilità e la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, acciò che si conosca ch'ogni virtù e ogni bene è da lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria, si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno". Allora frate Masseo a così umile risposta, detta con fervore, sì si spaventò e conobbe certamente che santo Francesco era veramente fondato in umiltà.
A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen.

martedì 2 ottobre 2012

GROWIN'UP (SETTEMBRE)




Ciao Maggie,

Settembre si è aperto con la visita di Margherita che, come al solito, ti ha portato bellissimi regali.

Domenica 16 abbiamo festeggiato il terzo compleanno dei tuoi cugini Filippo e Nicolò. E’ stata una bellissima giornata.

Anche il tempo ci ha aiutato in questo settembre un po’ perturbato!

Domenica 30 siamo andati a trovare il piccolo Enrico a casa di Leila e Alessandro.
Ormai conosci/ripeti, a modo tuo, tante paroline e sei sempre più divertente: bellissimo il tuo entusiasmo quando alla sera le fatine ti fanno trovare il ciuccio ed anche il modo in cui canti e balli la sigla di Heidi...
Non potevo non chiudere con i regali speciali che la nonna Giusi ha fatto alla sua nipotina “biancoblù”!

martedì 25 settembre 2012

STENDARDO E BACHECA



Ciao Maggie,
         Sabato 22 Settembre 2012: Supercoppa Italiana, il “tuo” primo trofeo!
Questa non è solo una grande emozione come tante di questi anni, questa non è solo una vittoria contro Siena, contro la dominatrice delle ultime stagioni. Questo è uno STENDARDO che da oggi arricchirà il soffitto del Pianella (che è già bello pieno!), una COPPA che sarà per sempre nella bacheca della società!


martedì 18 settembre 2012

THERE'S DIAMONDS IN THE SIDEWALKS



What is this land of America, so many travel there
I'm going now while I'm still young, my darling meet me there
Wish me luck my lovely, I'll send for you when I can
And we'll make our home in the American land…
There's diamonds in the sidewalks, there's gutters lined in song
Dear I hear that beer flows through the faucets all night long
There's treasure for the taking, for any hard working man
Who will make his home in the American land…

Cos'è questa terra chiamata America dove molti stanno andando
Ci vado ora che sono giovane, cara, mi raggiungerai là
Augurami fortuna, amore mio, ti manderò a prendere quando potrò
E costruiremo la nostra casa in terra americana…
Ci sono diamanti sul marciapiede che scorrono in rigagnoli
Cara, ho sentito che la birra sgorga dai rubinetti tutta la notte
Ci sono tesori a disposizione per chi lavora sodo
e costruisce la sua casa in terra americana…


Ciao Maggie,
         mentre preparavo il diario di agosto, altri pensieri mi si accavallavano nella mente.
         Anzitutto mi sono accorto che l’avrei pubblicato l’11 settembre, una data che studierai nei tuoi libri di storia (…o tablet di storia), poi che avevo da poco visto il terzo film di Batman ambientato a Gotam/New York City e infine che stava entrando nel vivo l’avvenimento politico che seguivo da mesi e che mi appassiona ogni volta molto più delle scoraggianti vicende italiane: le presidenziali con la sfida Obama/Romney…
         Riflettevo sul comun denominatore di questi tre pensieri, gli Stati Uniti d’America, e sul fascino che hanno sempre esercitato su di me.
         Ci sono due motivi ovvi anche se possono sembrare “banali”: lo sport che amo di più ed altri sport che mi piace seguire sono nati o sono giocati al loro meglio in questo paese (per non parlare del modo stesso di praticare e vivere la passione sportiva). Anche il cantante che preferisco è americano come molta della musica che ascolto.
         Ma c’è anche di più. Non sono un idealista e proprio Bruce, usato spesso come colonna sonora con il suo brano più celebre (non certo il più bello) per descrivere il mito americano, in quella canzone invece - ed in molte altre - denuncia l’altra faccia del sogno americano, dice con chiarezza che “non è tutto oro quello che luccica”.
         Lo so che non piovono diamanti dai balconi e non esce birra dai rubinetti…
         So anche che probabilmente quando sarai grande le città più belle, vivaci, grandi del mondo, l’egemonia culturale e magari anche politica e militare non saranno più americane (e vedremo/vedrai se sarà meglio…).
         Ci sono anche la teoria del destino manifesto che ha sterminato una razza, la bomba atomica, il puritanesimo, la pena di morte…e molto altro come controcanto.
Eppure la vivacità culturale, la loro storia (breve rispetto alla nostra ma ricca fin dall’indipendenza), la possibilità anche oggi di realizzare il proprio sogno e non di vederlo depresso, la capacità di creare tendenze in ogni campo, l’innovazione tecnologica, il loro territorio, New York, San Francisco…e mille altri affascinanti motivi rendono gli States un mito per me. La terra di speranze e di sogni!



Meet me in a land of hope and dreams