martedì 26 febbraio 2013

QUARANTUNO A NOVE...


“Se i politici sono mediocri è perché i loro elettori sono mediocri e se sono ladri è perché i loro elettori sono ladri oppure vorrebbero esserlo…”
(Viva la libertà, Roberto Andò)

Ciao Maggie,
         Ero convinto di poter iniziare questo post con il nome del tuo terzo Presidente del Consiglio (Berlusconi, Monti e …) e del tuo secondo Governatore della Lombardia (Formigoni e…). Ma l’Italia è capace sempre di stupire! Tanto per fare un esempio, questo dato mi ha fatto venire la curiosità di sapere a che punto sono io. Dunque: 18 (diciotto) Presidenti del consiglio (Moro, Leone, Rumor, Colombo, Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, Goria, De Mita, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, Monti) però in 41 (quarantuno) avvicendamenti tra crisi, cambi, ribaltoni, elezioni e con circa 15 (quindici) cambi di maggioranza. Un cittadino degli Stati Uniti della mia età se n’è andato regolarmente ogni quattro anni a votare per 9 (nove) diversi presidenti eletti o rieletti tra Repubblicani e Democratici (salvo rarissime eccezioni). Potrebbe bastare questo come commento all’«evento». Mi pare di capire che tra pochi mesi ne riparleremo.
         In ogni caso l’importanza del momento, seppur decisamente minore rispetto a quello di cui abbiamo parlato nel post precedente, va sottolineata perché, ci piaccia o no condizionerà in qualche modo la nostra vita da qui in poi. La mia fiducia sugli esiti di entrambe le “elezioni”, seppure diversa, rimane improntata al pessimismo. Sperare in un Papa che (dal mio punto di vista, ovviamente) rinnovi, nel solco della tradizione ma soprattutto nel solco del Vangelo il volto della Chiesa mi pare improbabile, ma la Chiesa istituzione e la comunità dei credenti in Gesù Cristo, con buona pace dei laicisti contemporanei, andrà avanti anche perché il suo orizzonte non è quello limitato del nostro Piccolo paese (anche se noi pensiamo di essere la “loro” unica preoccupazione). L’esito di queste elezioni politiche e, per noi lombardi, regionali mi lascia poco spazio alla speranza. Ma non voglio dilungarmi sul mio pensiero politico perché ti annoierei. Avremo tempo di riparlarne. Aggiungo solo che nella sua lungimiranza, molti anni fa il cardinal Martini aveva voluto e fortemente sostenuto le “Scuole di formazione all’impegno sociale e politico”. La politica era considerata quindi un “impegno” che andava formato per essere capaci di servire il BENE COMUNE del paese. E questo, credimi, anche se magari leggerai altro sui tuoi libri scolastici, ai tempi della tanto vituperata prima repubblica, era molto più diffuso di quanto succede a queste bande di improvvisati “politici” che usano il potere dato loro dal voto per il proprio tornaconto personale e basta… vedi mi sono già lasciato troppo prendere la mano.
         Ho aperto con la battuta di un “politico” protagonista di un film in uscita in questi giorni e chiudo con le parole di un grande linguista italiano.

“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta, con inevitabili conseguenze negative per la democrazia: molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa e non hanno gli strumenti culturali per controllare l’operato delle classi dirigenti”.
(Tullio De Mauro)

martedì 19 febbraio 2013

ACCENDE LUMEN SENSIBUS



«Elezioni, il Papa, Sanremo... ... tutti hanno sempre qualcosa da dire... ...

"meglio stare zitti dando l'impressione di essere stupidi che parlare togliendo ogni dubbio"»


Ciao Maggie,
         dicono sia un evento storico e volendo essere questo un diario per ricordare i tuoi primi anni, un accenno dovevo pur farlo … anticipato però da un pensiero attribuito a Confucio che Davide, un mio amico ha postato su Facebook. Ne ho sentite e lette tante in questi giorni, alcune mi sono piaciute, molte altre meno, altre ancora rivelavano solo l’incredibile ignoranza di chi le pronunciava (Saviano, per dirne una, ma potrei fare molti altri nomi). Ma quando, più volte, mi è stato chiesto un parere ho cercato di essere il più stringato possibile. Chi può entrare nelle vicende complesse e contorte della “gestione” dell’«istituzione» Chiesa sparando certezze che sono solo supposizioni se non  invenzioni. E ancora di più chi può leggere con certezza nella coscienza di un uomo per spiegarne le ragioni di una scelta. Lui ha detto: “Coscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata…” e questo per me è più che sufficiente. Cosa si può aggiungere. È stanco e avrebbe dovuto condurre da pastore, lui fine teologo, la Chiesa alle prese con forti problemi interni e con un una cultura (almeno in occidente) in profonda decadenza che tra l’altro ritiene l’andare a priori contro la Chiesa e i suoi irrinunciabili principi un punto di vanto… Ho già detto troppo. Riporto solo alcune parole di Benedetto XVI: l’annuncio “ufficiale”, durante il concistoro dell’11 Febbraio, uno stralcio dell’omelia del Mercoledì delle ceneri e, soprattutto, la ritrascrizione di un brano di una conferenza radiofonica tenuta dal giovane teologo Joseph Ratzinger nel 1969. Oserei sperare che quando leggerai queste righe, le sue parole profetiche si siano averate.    


Fratres carissimi
…Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum… etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam…


Carissimi Fratelli,
… Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante… Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo…
Dal Vaticano, 10 febbraio 2013
BENEDICTUS PP XVI


…In effetti, anche ai nostri giorni, molti sono pronti a “stracciarsi le vesti” di fronte a scandali e ingiustizie – naturalmente commessi da altri –, ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio “cuore”, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta … «Non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti. Perché si dovrebbe dire fra i popoli: “Dov’è il loro Dio?”» (v.17). Questa preghiera ci fa riflettere sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana di ciascuno di noi e delle nostre comunità per manifestare il volto della Chiesa e come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale. Vivere la Quaresima in una più intensa ed evidente comunione ecclesiale, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti…Egli denuncia l’ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione. Il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico” …


"Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.

martedì 12 febbraio 2013

GROWIN'UP (GENNAIO)


Ciao Maggie.

         Causa inevitabile post cestistico ho dovuto posticipare il diario del primo mese dell’anno, caratterizzato nei suoi primi giorni dalla conclusione delle festività natalizie: cene dai nonni, visite a e da parte di familiari e amici, nuovi regali da parte della Befana e tanto tempo trascorso insieme  a casa dall’asilo.


          Il 5 sei andata con i tuoi cuginetti a vedere il “famoso” presepe dei Comboniani a Venegono Inferiore.


         Dopo tutto questo, ricominciare il nido non è stato facile, anche se eri contenta di incontrare i tuoi amici, Giorgia, Tommy, Emanuele, Anita... e le tue maestre Ludi, Sabrina Cristina…

         Rispetto allo scorso anno influenze, mal di gola, raffreddori e virus vari sono stati più clementi con te ma, verso metà mese e per almeno una decina di giorni, l’inverno ha voluto far sentire la sua voce.

         Sei diventata una chiacchierona e ripeti a memoria, un po’ a tuo modo le filastrocche che nonna Marilena ti insegna, come questa:


Lumachina, lumachina

mi faresti un posticino nel tuo comodo villino?

Mi rincresce signor bruco

La mia casa è proprio un buco.

Non vorrei dirle di no

Ma davvero non si puo!

martedì 5 febbraio 2013

MANU MANU!





Ciao Maggie,
         proprio quando avevi imparato a pronunciare correttamente il suo nome, Manuchar Markoishvili, ha lasciato Cantù. Mentre navigavo su internet alla ricerca illusoria di qualche notizia di smentita era già sull’aereo per la Turchia, destinazione Istanbul per giocare con il Galatasaray. Non mi interessa dilungarmi qui sulla discussione se sia stata una scelta giusta o sbagliata. Per me la società ha fatto in questo momento l’unica scelta possibile e nonostante ciò rimangono una grande tristezza e un po’ di amarezza.
         Volevo però, oltre la polemica, lasciarti un paio di considerazioni. La prima è sul giocatore: difficile dire se sia più bella una schiacciata, una stoppata, quel gesto tecnico o quell’altro su un campo da basket, quel qualcosa per cui dici: “mi è bastato questo per essere soddisfatto di aver pagato il biglietto/di aver visto la partita”. Che so, la grazia di un lay up di Julius Erving, la dinamicità di una schiacciata di Drexler, l’eleganza e la pulizia di un tiro da tre di Ray Allen oppure, per stare a noi, l’intelligenza di un assist di Mannion, il gioco di squadra di Mc Cullogh, Bootsy Thornton e Shaun Stonerook… Ecco l’arresto e tiro di Manuchar fa certamente parte di questo galleria di capolavori. Bellissimo, pulito, spesso fatto in condizioni difficili, con le mani del difensore in faccia. Senza contare tutto quello che di buono dal punto di vista umano hanno detto compagni, allenatori, presidenti. Ogni volta, sulla rivista che danno in omaggio al Pianella, alla domanda chi toglieresti al roster di Cantù il primo nome della lista era il suo e infatti ce l’hanno tolto.
         La seconda considerazione è sulla pallacanestro in generale e in particolare a Cantù. Io cercherò di trasmetterti il mio amore incondizionato per questo sport e per i colori biancoblù, ma quale sarà il livello in Italia quando tu crescerai e, soprattutto cosa succederà a Cantù? Il “caso” Markoishvili è sintomatico. Le principali cause della sua cessione sono: Main sponsor che non paga e palazzetto che non ci sarà nemmeno per la prossima stagione. Come può continuare la gloriosa storia canturina ad un certo livello, come tutti ci auspicheremmo, se, in anni in cui si partecipa all’Eurolega, si staziona sempre nelle posizioni alte della classifica e si va spesso in televisione, non c’è uno straccio di sponsor degno di tale nome? E senza un palasport decente per giunta? Ma il fatto che la Turchia ci “rubi” uno dei giocatori più talentuosi del campionato fa riflettere più in generale su questo sport in Italia, un paese ormai ai margini dell’impero. L’unica squadra alle top 16 di Eurolega è Siena e in questi giorni si è visto come è messa dal punto di vista amministrativo. Chi ci rappresenterà nei prossimi anni? La ridicola Milano, o, con tutto il rispetto, Sassari? Dovrei riuscire a farti amare questo meraviglioso sport, al di là di budget, vittorie e trofei, ma il tifoso prevale sempre sullo sportivo e il mal comune in questo caso non è per me mezzo gaudio…

P.S. Ecco la lettera che Manu ha scritto per salutare i tifosi biancoblù. Non ci sono commenti da fare.




Cari amici,



  purtroppo le circostanze della mia partenza non mi hanno permesso di salutarvi come avrei voluto. Per questo ho deciso di scrivervi questa lettera che vuole essere un ringraziamento a tutti voi perché sarete sempre nel mio cuore.

Prima di tutto voglio ringraziare Anna e l’intera società. So quanto sia stata difficile la loro scelta così come lo è stata la mia, ma delle volte, come ha detto il Presidente, che ringrazio anche per le belle parole che ha speso per me, è necessario prendere delle decisioni spiacevoli.

Voglio ringraziare Bruno che mi ha scelto quasi quattro anni fa e che si è sempre dimostrato una persona seria, affidabile e onesta.

Voglio ringraziare il coach e tutto lo staff tecnico perché in questi anni sono migliorato tanto come giocatore e come persona ed è ovviamente merito loro.

Voglio ringraziare lo staff medico che mi ha seguito sempre con attenzione e con pazienza e mi ha aiutato a sistemare tutti i problemi, piccoli o meno, che ho avuto in queste stagioni.

Voglio ringraziare Sam per tutte le ore che ha passato insieme a me sulle tavole. Se sono cresciuto anche dal punto di vista fisico e le mie caviglie non fanno più le bizze come una volta è prima di tutto merito suo. Grazie anche ad Oscar che è sicuramente il suo miglior allievo.

Voglio ringraziare Dani perché è sempre stato un amico con cui potersi confidare.

Voglio ringraziare tutti i miei compagni perché a Cantù mi sono trovato in un gruppo di amici come non mi era mai successo prima e con loro ho gioito nei momenti belli e sofferto in quelli brutti.
Anche Anzhela ci tiene a salutare tutto il gruppo delle mogli perché anche loro sono speciali.

Per ultimi, ma non per ultimi, voglio ringraziare tutti i tifosi della Pallacanestro Cantù. E’ merito vostro se Cantù è una squadra e una città così speciale in cui mi sono trovato sempre a casa e sono diventato una persona migliore. Continuate così ed incitate la vostra squadra che rimarrà sempre anche la mia squadra perché in cuor mio non smetterò mai di essere un canturino.



TUTTI INSIEME CANTU’



Un abbraccio grande a tutti ,



Manu
      
“Manu è il figlio che tutti vorrebbero…se si trattasse di una figlia sarebbe il fidanzato e il marito ideale”. Coach Andrea Trinchieri