martedì 29 novembre 2011

NON POSSO

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita.
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e tu non cada.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tua amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista.
Basta che mi vuoi come amico.
Non sono gran cosa,
però sono tutto quello che posso esse
re.



Jorges Luis Borges



Ciao Maggie,
ecco l’ultimo post di introduzione. La poesia mi è capitata tra le mani proprio mentre stavo iniziando questo percorso e mi è sembrato subito opportuno condividerla con te (ovviamente quando potrai leggerla).

Ho usato dei paroloni, facendo sfoggio (finto) di cultura latina, per indicare le “etichette” che caratterizzeranno i prossimi post.

Legenda, audienda, videnda, cogitanda, agenda cioè “le cose da leggere”, “da ascoltare”, “da vedere”, “da pensare” e “da fare”.

Ma questa impostazione “imperativa” in realtà la devi prendere come un semplice modo per starti accanto…

Sono i libri, le canzoni, i posti, i testi, tutte quelle realtà che mi hanno colpito positivamente e a volte anche negativamente. Che hanno segnato il mio percorso.

Borges nella sua poesia esprime perfettamente quello che vorrei tentare di fare anche con questo blog.

Non sono gran cosa, ma per te sono tutto quello che posso essere.

martedì 22 novembre 2011

FABBRICAR PAROLE






Oggi, non voglio far della poesia,
non voglio stare chiuso contro un tavolo.
Voglio prender la porta, andare via
andarmene, se càpita, anche al diavolo!
In un giorno di ciel, d’aria e di sole
posso seduto, fabbricar parole?
Io, come il vecchio Amleto, sono stufo
di parole, parole, ancor parole!
Fra tanti pappagalli, sono un gufo
e disdegno le chiacchiere e le fole.
Se si parlasse meno, quanto il mondo
più felice sarebbe, e più fecondo!
Abbasso i versi e chi li legge e scrive!
Primavera s’annuncia, e vo’ pei campi
a veder in che modo si rivive
senza bisogno alcun che se ne stampi,
o ne filosofeggino due o tre
sui sedili dei tram, e nei caffè!
Senza soccorso di poeti e sofi
le siepi vanno rimettendo il verde!
Su per le aiuole crescono i carciofi,
e l’asparago inver nulla ci perde
se vien fuori, a dispetto della critica,
senza affatto occuparsi di politica.
E così fa la mammola, e fa l’erba,
il pero, il melo, il mandorlo, il ciliegio
che una veste di fiori hanno, e superba,
e daran frutto, senza ciarle, egregio.
Se facessimo un poco come loro:
chiacchiere niente, e alquanto più lavoro?


Ciao Maggie,
cercavo uno spunto per una questione importante da chiarire subito e, come a volte succede, mi è capitato proprio in questi giorni di leggere la poesia “Parole contro le parole”. Non è che sia proprio un capolavoro però mi serve come pretesto.


Questo è un post sui post. Così come la poesia che lo introduce è sulla poesia.


Può sembrare contraddittorio scrivere “abbasso i versi e chi li scrive” proprio in un verso poetico e condannare lo spreco delle parole con delle parole, ma questa poesia di Ernesto Ragazzoni mi aiuta a spiegarti subito, all’inizio di questo viaggio, una mia grossa difficoltà. Che è quella appunto della fatica di “fabbricar parole” Specialmente di scriverle. Non che nel parlare sia un gran chiacchierone … però scrivere è davvero una gran fatica.




Vedi, non voglio farti un trattato, però la parola è un mezzo così potente, così forte e delicato, così bello e terribile, che mi risulta così difficile usarla. E tanto più scriverla. Infatti ogni volta che, anche solo dopo poco tempo, rileggo qualcosa che ho scritto, cambierei tutto.


Sono così ammirato dagli artisti della parola, che in pochi versi, con pochi tratti, sanno esprimere il loro pensiero. Ed anche – molto meno però – da quelli che hanno facilità di linguaggio, non si interessano di regole, errori, prolissità, ma sanno comunicare…


Io non sono in grado di fare né l’una né l’altra cosa, ogni parola mi sembra sempre inadeguata, messa nel posto sbagliato, capace di generare equivoci…


Per cui questo “compito” di aggiornare almeno una volta alla settimana il blog, lo prendo come un esercizio e un po’ come un augurio perché tu sia più “comunicativa” di tuo papà.

martedì 15 novembre 2011

...VOLA TU...




Ciao Maggie,
c'è poco da aggiungere a questo testo da cui ho tratto il sottotitolo del blog.
Certo anzitutto ci sarebbe un lungo discorso da fare sui cantautori italiani, ma lo rimandiamo.
In questa canzone c’è tutto: i tuoi occhioni curiosi e sempre in movimento, così spesso sorridenti; la storia della mia famiglia e di quella della Robi, così diverse tra loro, che si uniscono in te; l’incolmabile distanza tra l’epoca della mia infanzia e quella della tua; l’assoluta fiducia che hai nelle nostre mani, nel nostro abbraccio … e quel mistero che è la vita di ognuno di noi e verso la quale tu stai volando.
Buon volo, Maggie!

martedì 8 novembre 2011

SKY OF DREAM



“…sky of dreams up above / my pony girl…”

Ciao Maggie,
stando alle convenzioni è un anno che sei nata, anche se è un bel po’ di mesi in più che sei tra noi… Chi lo sa se “quando sarai grande” potrai sfogliare questo blog? Quando avevo un anno … va beh, lasciamo perdere.
Com’è difficile essere papà, Maggie! E i pannolini, le notti più o meno in bianco –pochissime con te … - son davvero il meno.
È difficile e insieme così affascinante sapere di averti di fronte come un contenitore vuoto, come una spugna che assorbe e sapere che dipende anche da me che cosa sarai, come penserai, quali passioni avrai …
Si comincia, come poteva essere altrimenti, con Bruce e avrò tempo e tanti post per spiegarti il motivo.
Quante volte l’hai ascoltata in questo primo anno?
Ti commento la frase che fa da titolo al blog con questa citazione:


 “Era d’altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.
        Si sarà notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare una giornata di pioggia.”


Hai ancora cieli di sogni davanti, spero tu riesca a trasformarli in vita!