martedì 15 ottobre 2013

WE LEARNED MORE...


Ciao Maggie e ciao Francesca,
                  oggi primo giorno di scuola...di papà. Sono emozionato e teso come uno scolaretto!

martedì 8 ottobre 2013

DECENNI


Ciao Maggie e ciao Francesca,
         con una decennale ricorrenza che fa riflettere anche me, notoriamente del tutto indifferente a dare strani significati a date e numeri legati agli avvenimenti, anche il 2013 porta nella mia vita un radicale cambiamento. Nel 1993 l’Ordinazione, nel 2003 la fine del Ministero e nel 2013 un’altra “svolta”. Con oggi inizio la mia ultima settimana in libreria e Martedì prossimo comincerò ad insegnare Religione in una scuola superiore di Seregno. Affronto questa nuova sfida con un po’ di timore. Vengo “buttato” in un mondo che ormai mi era lontano da parecchi anni. Ma è un cambiamento voluto e chi ha riposto fiducia in me si merita tutto il mio impegno.

martedì 1 ottobre 2013

CENTO/QUATTRO


Ciao Maggie,
questo è il centesimo post e si chiude la prima parte di questo blog. Col prossimo inaugureremo la seconda. Si perché la nascita di Francesca ha scombussolato tutto. Ho accantonato subito l’idea di creare un altro blog apposito. Faccio già fatica con uno e c’eri solo tu! Allora lo condividerete. Non solo, ma, viste le circostanze, per almeno un anno assicuro solo la puntuale presenza del diario mensile. Il resto continuerà quando troverò il tempo. Non voglio fare cose raffazzonate, solo per mantenere la scadenza settimanale. Adesso siamo in quattro. Ciao Maggie e ciao Francesca…

martedì 24 settembre 2013

LIVING PROOF



…Come a little piece of the Lord's undying light
Crying like he swallowed the fiery moon
In his mother's arms it was all the beauty I could take…
In a world so hard and dirty so fouled and confused
Searching for a little bit of God's mercy
I found living proof…

martedì 17 settembre 2013

PASSAGGI


 
 
Ciao Maggie,
         Mercoledì scorso hai iniziato la scuola materna. Un altro passaggio importante della tua giovane vita.
 
         Voglio però soffermarmi ancora sui due anni passati all’asilo nido. Abbiamo discusso a lungo su questa scelta, anche se non c’erano grandi alternative. Nonna Marilena era addirittura disposta a tenerti a casa con lei, nonostante il suo impegno per aiutare anche zia Bea con i gemelli. Potendolo fare avrebbe tenuto a casa tutti e tre. I bambini dovrebbero crescere in famiglia e qualche anno fa era normale che la mamma, coadiuvata dai nonni, curasse i propri figli. Oggi, lavorando entrambe i genitori, questa scelta è praticamente impossibile. Si tratta di questioni di non poco conto. Evidentemente, in anni così importanti, direi decisivi, cambia molto il crescere in un ambiente familiare o in una struttura educativa diversa.
 
 
         Detto questo, al di là della difficile risposta su quale sia la scelta migliore, noi siamo molto contenti di come hai vissuto questi due anni, della competenza delle tue maestre (Ludovica/Ludi, Sabrina,Cristina “grande”, Cristina “piccola” e Sofia. Ed anche dei legami che si sono creati con i tuoi compagni (Giorgia, Tommy…).
 



 
 
 

martedì 10 settembre 2013

GROWIN'UP (AGOSTO 2)



Ciao Maggie,
        quello che più aspetto nelle vacanze estive è poter fare qualche bella passeggiata in montagna e – nell’altrimenti stucchevole vacanza al mare – qualche bella nuotata. Bene, quest’anno non ho potuto fare né l’una né l’altra cosa.
        Nonostante questo ci siamo divertiti molto lo stesso:
        con zia Anna, zio Bruno e Chiara,




 
        mangiando,




        nei parchi gioco






        e sulla spiaggia.




 
 

martedì 3 settembre 2013

GROWIN'UP (AGOSTO 1)





Ciao Maggie.
         Divido in due parti il diario di un Agosto vissuto pericolosamente. Oggi il prima e il dopo le “trasferte” a Bormio e Gatteo e un po’ di “cronaca nera”. Ovviamente - non è la prima volta - mi sono  ammalato proprio nelle settimane delle ferie… E, per rimanere ai lati dolenti, sei stata coinvolta in due incidenti stradali: un tamponamento al ritorno da Gatteo, con conseguente lunga sosta per constatazioni varie e l’uscita sconsiderata da uno stop da parte di un folle mentre eri con la mamma a fare “delle commissioni” come dici tu. Macchina semidistrutta, grande spavento ma fortunatamente niente di grave.
         Passiamo all’elenco delle cose belle: Domenica 4 Agosto, al mattino un po’ di giardinaggio 


e al pomeriggio abbiamo festeggiato il compleanno di Samuele.
         
         Poi la gradita visita di Cristina e Donata.


         Nella mia prima settimana di vacanza, siamo andati a trovare Giovanni e Patrizia e la mamma e le sue colleghe alla Lindt ed abbiamo ricevuto la sempre piacevole visita di Tiziana. Siamo anche andati a trovare Mirko nello splendido parco dove lavora, ma sei in una fase di difficile approccio con gli animali. 




          Poi sono cominciate le mie disavventure “sanitarie”…

         Al ritorno dal mare grigliata con zia Rosi e zio Livio ma “dilazionata” a causa del vostro tamponamento sulla via Emilia. A fine mese la gradita visita di due amiche della mamma: Silvia con Giulia e Pietro 




e poi Margherita

martedì 27 agosto 2013

ANCORA





Ciao Maggie.

Esiste la magia? Una mattina, sulla poltrona dell’appartamento di Bormio, appena dopo aver finito di rileggere uno dei miei libri preferiti, con quella sensazione piacevole e triste allo stesso tempo, mentre il sole cominciava a sorgere dietro le montagne, mi è capitato di trovare su You Tube una nuova versione di NYCS eseguita a Roma nel luglio scorso. Ecco, se esiste, quello è stato un momento di pura Magia.  Mi vedo “costretto” quindi a riparlare di Bruce. Siccome continuo a riascoltarla, siccome “non passa”, mi soffermo ancora sull’esecuzione di New York City Serenade.

Per cominciare, alcuni “freddi” dati: è stata la prima esecuzione al di fuori degli Stati Uniti (e non è che anche al di là dell’Atlantico sia stata suonata spesso). In questo caso è stata impreziosita da una sezione di archi rendendola magnifica. Aggiungo che nel concerto non sono mancate altre perle e rarità.

C’è un altro motivo per cui ne parlo ancora. L’album da cui è tratta, The wild, the innocent & the E street shuffle, è del 1973, esattamente 40 anni fa. Ascoltandola, rimango stupito da come un ragazzo di 24 anni, al suo secondo album, possa scrivere un capolavoro di tale bellezza e ambizione (è uno dei motivi per cui non viene eseguita così spesso). Un grande talento indubbiamente, ma la bella biografia scritta da Peter Ames Carlin che sto leggendo in questi giorni, una volta di più ha confermato un pensiero che ti ho ricordato altre volte. Una volta compreso (per caso, per ciò che viveva nell’ambiente familiare…) che la chitarra era il suo futuro, non ha solo fatto affidamento sulle sue doti naturali, ma ha passato ore ed ore, pomeriggi, giornate ad esercitarsi ed a migliorare. Così come, pur non avendo concluso il college, non ha mai smesso di "imparare" la scrittura, provando e riprovando, attingendo dalla sua grande cultura cinematografica, leggendo i classici della letteratura americana.  

Talento e esercizio il binomio che mi fa immediatamente tornare a te ed alla tua vita in costruzione. La mia preghiera  quotidiana è proprio questa: che tu possa capire qual è il tuo talento, magari per caso, magari provando e riprovando, magari seguendo strade che sembrano scomode e desuete (e che io forse non approverei immediatamente). E che tu possa avere la costanza e la determinazione per coltivarlo e farlo crescere.

Ovviamente prego anche perché io non sia in alcun modo un ostacolo in  questo cammino, ma, se mi è possibile, un aiuto.


I learned how to make it talk…


martedì 20 agosto 2013

RIPORTARE AL CUORE




Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla.
(Seneca)


Ciao Maggie.
         Da oggi ci sarà una nuova etichetta: recordanda. Te ne parlavo qualche tempo fa nel post “radici” del 23 Aprile 2013. Le cose da ricordare. Ricordare ha una etimologia bellissima, con all' interno la parola cuore: riportare al cuore. Tenere nel cuore ciò che più ci è caro. La memoria è un dono essenziale. Non solo e non tanto per avere delle informazioni sul passato ma perché il nostro passato è ciò che “forma” il nostro presente e ciò su cui costruiamo il nostro futuro.
         Per quel che mi è possibile, spulciando nei ricordi dei tuoi nonni, nelle vecchie foto, nella memoria storica della famiglia Porta che è tua zia Cristina, cercherò di lasciarti qualche traccia del tuo passato, delle tue radici.
         La foto con cui cominciamo porta sul retro la data Agosto 1967. Quarantasei anni fa. Questa è la prima foto in cui, in braccio a nonna Giacomina (Mina), compare tuo papà insieme a zia Giovanna e zia Anna. Nel Febbraio di quell’anno nascevo ed in Agosto ero già a Sant’Antonio Valfurva, dove è stata scattata questa foto. Vedi perché sono un montanaro? La tradizione vuole che già in quell’estate, in passeggino e in spalla, abbia raggiunto il rifugio Branca. Ma non è per questo che ho scelto questa foto per cominciare.
         Nonna Mina era una “trovatella”. Ti racconterò un’altra volta le circostanze di questa vicenda. A volte il risalire al nostro passato non è così facile. Da parte di nonna Giuseppina, ad esempio, ci fermiamo appunto a sua mamma Giacomina. Il percorso a ritroso si interrompe e rimangono solo le domande a cui non si avranno ormai risposte.
 
 

 
 
Quando spolveri il sacro ripostiglio
che chiamiamo "memoria"
scegli una scopa molto rispettosa
e fallo in gran silenzio.
Sarà un lavoro pieno di sorprese -
oltre all'identità
potrebbe darsi
che altri interlocutori si presentino -
Di quel regno la polvere è silente -
sfidarla non conviene -
tu non puoi sopraffarla - invece lei
può ammutolire te-.
[Emily Dickinson]

 

martedì 13 agosto 2013

KOINÈ DELL’IMBECILLITÁ


Ciao Maggie.
         Non sono ancora riuscito a mettere file audio nei post (chissà se mai ci riuscirò). Così ti trascrivo il testo di una riflessione di Philippe Daverio fatta durante una trasmissione della Radio Svizzera. È sempre un piacere per me ascoltare questi personaggi, la loro cultura, la loro proprietà di linguaggio e nello stesso tempo la capacità di farsi comprendere e di non parlare solo agli addetti ai lavori. Alla domanda se l’inglese (inteso come lingua) fosse per l’Europa un elemento di coesione culturale ha risposto: «Be’, è un misto tra la coesione culturale e in un qualche modo l’imperium di una lingua sola, leggermente trasformata in una koinè dell’imbecillità. Perché quando dicevamo di Casanova che parlava 5 lingue, parlava  veramente 5 lingue. Oggi quelli che parlano quell’inglese lì, parlano male una specie di roba che ha 500 parole. Quella roba di 500 parole non fa la mente. L’uomo che sa 500 parole è destinato ad essere dominato. Chi vuole essere protagonista deve saperne 3000 almeno e allora 3000 si possono sapere anche su tre lingue. Quindi io non credo ad un inglese come lingua unica anche se la tendenza sarà in quella direzione lì, ma credo che un europeo vero debba sapere almeno tre lingue: una lingua da koinè, che può benissimo essere l’inglese, perché no (perché l’inglese quando è bello è bello ma quando è proprio modesto è fetido)? Ma che ne sappia almeno altre due. Se uno sa più di una lingua ha un cervello che funziona con punti di vista differenti cioè ha una trigonometria del pensiero che gli permetterà di essere più sveglio di un altro».
         Mi trova d’accordo su tutta la linea. Sulla “povertà” della lingua inglese, del suo vocabolario e della sua grammatica. Sulla necessità comunque di saperla almeno come l’italiano per chi vuole avere un futuro. Sull’utilità di conoscere perlomeno un’altra lingua ed in generale sull’equazione vocaboli “posseduti” = capacità di sapersela cavare nella vita. Ricordo che quando Grillo mi piaceva e faceva ancora solo il comico aveva nel repertorio una efficace battuta sui mafiosi che sparano facilmente perché ad un certo punto non sanno più, appunto, che parole usare per “spiegare” le cose. Ritengo, salvo eccezioni, che la violenza sia quasi sempre frutto dell’ignoranza.
         Mi risuonano nella testa due obiezioni. La prima: ma come il tuo cantante preferito, che continui a definire poeta, canta in Inglese! Anzi in uno slang americano che spesso è addirittura al limite della comprensione. Ma proprio di un fuoriclasse stiamo parlando che anche nella povertà della lingua ha saputo tirare fuori capolavori.
         La seconda: ma i mafiosi per molti sono persone che hanno fatto qualcosa nella vita e se vogliamo fare un nome a caso, che so Cassano, forse conoscerà 100 vocaboli (sono un ottimista) ma è uno “di successo”. A questa obiezione non ho armi per controbattere. Ognuno ha il suo criterio di “riuscita” e di “successo”. Ed io ho le idee abbastanza chiare su ciò vorrei che fosse il tuo percorso, anche se ogni tanto, scherzando, ti dico che se vorrai avere un futuro in questo paese dovrai essere “velina” o sposare uno ricco…

martedì 6 agosto 2013

GROWIN'UP (LUGLIO)


Ciao Maggie,
         Luglio è stato per te l’ultimo mese di asilo nido. Ogni tanto, forse presagendo qualcosa, hai fatto qualche capriccio in più al momento di lasciarti alle tue maestre. Sono stati due anni molto importanti per te, seguita da educatrici bravissime e appassionate. Lasci anche alcuni forti legami, come quello con Giorgia, visto che dall’anno prossimo andrai a Malnate.


         In questo caldo mese di Luglio, le domeniche in cui siamo rimasti a casa abbiamo cercato di rinfrescarle con un po’ d’acqua!



         Domenica 14 siamo stati a Sesto a trovare Leila, Alessandro ed Enrico.
         Domenica 21 gita a Brè sopra Lugano con la famiglia Lugli.



         Mattinata dell’ultima Domenica all’Ikea, dove, nonostante le ultime polemiche alimentari, ti sei mangiata una bella brioches!


         È stato il tuo primo mese intero senza pannolino, almeno di giorno e direi che a parte piccole defaillances te la sei cavata benissimo.




martedì 30 luglio 2013

ELUCUBRAZIONI A PARTIRE DA UNA CIFRA...



Ciao Maggie,

         Il 23 luglio ho fatto la mia pressione n° 17.000 sulla macchina per la ricopertura dei libri. Ogni tanto mi sfugge l’occhio sul contatore ed ho “beccato” questo numero. Dirai: che evento straordinario! In effetti è una stupidaggine, ma come mi capita a volte, ne sono scaturite, a cascata, altre considerazioni. Ogni tanto mi soffermo a pensare al tempo della mia vita occupato da determinate azioni/attività… ad esempio nel caso delle copertine, pur odiando qualsiasi operazione matematica che superi le addizioni ad una cifra, ho calcolato che equivale alla ricopertura di circa 8500 libri. Ogni libro richiede più o meno 1 minuto, quindi ho impiegato circa sei giorni della mia vita a ricoprire libri (finora). La tentazione è stata quella di scrivere sprecato, ma questa operazione è una delle tante dei 2100 giorni della mia vita in cui ho lavorato con un contratto da dipendente (escludo da questo computo il tempo del mio “lavoro” precedente per motivi che non è il momento di specificare). Quindi ci sarebbe da discutere se il tempo del lavoro sia tempo “sprecato” ed a quali condizioni possa non esserlo. Non sono tanto oziosi i calcoli che ogni tanto “spreco” il tempo a fare.

         Ad esempio, facendo una media abbondante di 7 ore a notte (spesso dormo meno) ho passato a letto 4950 giorni, cioè 13 anni! Tredici anni della mia vita a dormire!!! Calcolando invece una media di un’ora per pranzo e cena (spesso ci metto molto meno specie quando sono/ero solo) sono quasi 17.000 ore a tavola cioè quasi due anni! In questi due casi, pur essendo entrambe “attività” necessarie ritengo (è una mia opinione personalissima) totalmente sprecato il tempo del sonno, mentre quello del cibo, specie in alcune trattorie della Toscana, assolutamente prezioso…  

         Ma, proseguendo, quanto tempo passo in macchina? Teniamo conto solo del tragitto lavorativo. Da quando abito a Vedano ho fatto il viaggio fino a Cantù circa 800 volte (calcolato per difetto visto che spesso fino a poco tempo fa lavoravo di domenica). Sono circa 4000 km, ma soprattutto, tenendo conto di una media di 75, sono 60.000 minuti, cioè più di 41 giorni! Detto così mi fa sempre un po’ impressione. È vero, in macchina metto buoni cd, mi aggiorno sulle notizie, ascolto i podcast che mi interessano… ma sono sempre 41 giorni della mia vita buttati per andare da un punto A ad un punto B. Esistesse il teletrasporto li avrei risparmiati!       

         Per concludere, visto che potrei fare questi calcoli su praticamente ogni attività della giornata, di ciascuna si potrebbe dire: è tempo utile, perso, buono? È tempo che non ritornerà indietro, questa è l’unica certezza.

 

P.S. Per curiosità, con una media di circa un’ora per scrivere ciascun post…va be’ fa niente…



Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.
 
(Ivano Fossati)