martedì 31 gennaio 2012

LIBRERIA "VIRTUALE"



Ciao Maggie
da una decina di giorni è attiva la pagina Facebook della libreria Mondadori di Cantù.  Siamo un po’ in ritardo sui rapidi tempi “virtuali” che stiamo vivendo ma ci siamo. Sono curioso di scoprire come si evolverà questa iniziativa.
Abbiamo visto siti o pagine di altre librerie ben fatti e all’apparenza seguiti, ma anche altri non aggiornati da mesi e quindi inutili e anzi, a mio parere, dannosi. Potrebbe essere uno strumento molto valido per far conoscere i libri che ci sono piaciuti, che vorremmo consigliare. Ci vuole però costanza nell’aggiornamento e soprattutto “diffusione” della pagina in internet.
E con questo post abbiamo introdotto altri due argomenti che diventeranno oggetto di approfondimenti: le recensioni dei libri e l’uso della tecnologia.

“Gli esperti sono formalmente unanimi: in linea generale, il computer che meglio si adatta alle vostre esigenze è quello commercializzato due giorni dopo che ne avete acquistato un altro”.
David Barry, Dave Barry in Cyberspace, 1996


martedì 24 gennaio 2012

CAVALRY O CALVARY?




Ciao Maggie,

         avevo in mente un altro post, ma l’attualità si impone  e lo rimandiamo.

        Il 6 Marzo uscirà il nuovo album di Bruce Springsteen, “Wrecking ball”. Ma già da qualche giorno di può ascoltare il primo singolo: “We take care on our own”. Purtroppo tuo papà ha sempre un po’ di problemi con la traduzione…questa è una prima versione che ho trovato su internet: «Ho bussato alla porta che possiede il trono/Ho cercato la mappa che mi riporta a casa/Sono inciampato su cuori buoni trasformati in pietra/La strada delle buone intenzioni si è seccata come un osso/Noi ci prendiamo cura di noi stessi/Ovunque sia sventolata questa bandiera/Noi ci prendiamo cura di noi stessi/Da Chicago a New Orleans, dal muscolo all'osso/Dalle baracche al Super Dome/Non c'è nessun aiuto, la cavalleria è rimasta  a casa/Non c'è nessuno che sente la tromba suonare/Noi ci prendiamo cura di noi stessi/Noi ci prendiamo cura di noi stessi/Ovunque sia sventolata questa bandiera/Dove sono gli occhi, gli occhi con il desiderio di vedere?/Dove sono i cuori che travolgono con misericordia? Dov'è l'amore che non mi ha abbandonato?/Dov'è il lavoro che libererà le mie mani, la mia anima?/Dov'è lo spirito che dominerà su di me/Dov'è la promessa dal mare a un mare splendente/Dov'è la promessa dal mare a un mare splendente/Ovunque sia sventolata questa bandiera/Noi ci prendiamo cura di noi stessi»

Non posso dare un giudizio imparziale su una canzone di Bruce. Anche questa più la ascolto più mi piace e più vorrei entrare tra le pieghe di un testo che fa presagire un album molto intenso. Leggendo le versioni varie da siti ufficiali o meno c’è già una questione che “mi prende”. “From Chicago to New Orleans/From the muscle to the bone./From the shotgun shack to the Super dome./There ain’t no help/The cavalry stayed home/There ain’t no one hearing the bugle blown’”.  I testi dei siti hanno cavalry, che avrebbe un suo senso, visto soprattutto il richiamo alla tromba che suona nel verso seguente. La mia generazione conosce bene quei film in cui tutto sembrava volgere per il peggio, ma ad un tratto si sentiva il suono della carica della cavalleria e tutto si risolveva positivamente. Ma sul video che appare su you tube ma anche sul sito ufficiale di Bruce le parole diventano: “…There ain’t no help/The Calvary stayed home”, parole che, com’è ovvio cambiano il senso del discorso.

Vedremo come la faccenda si chiarirà, per ora aspettiamo l’album, ma soprattutto aspettiamo i concerti di Giugno!


martedì 17 gennaio 2012

DEL DUBBIO




«É male minore l'agitarsi nel dubbio che il riposare nell'errore.»
Alessandro Manzoni

Ciao Maggie,
questo è un post interlocutorio.
Sono in difficoltà.
Anzitutto, dopo aver scritto 4 post di introduzione, alcuni sulle cose da leggere e da meditare ed uno sull’ascoltare, dovrei introdurre anche le cose da fare e quelle da vedere.
Quando ho pensato alle “etichette” di questi post,  avevo in mente come “cose da vedere”, realtà tipo film, quadri… e, come “cose da fare”, viaggi, attività…
Il confine tra le due cose, però, mi risulta, adesso che ne devo scrivere, un po’ confuso.
Ad esempio, un post sugli States o sull’Irlanda, sotto quale etichetta lo metto? Non so se mi spiego.
Andarci è una cosa “da fare” (spero che tu possa viaggiare molto), ma soprattutto per “vedere”. E andare in un determinato posto a “vedere” una determinata opera è una “cosa da fare”.
Deciderò di volta in volta… e chiederò consiglio al mio amico Alessandro!
La seconda difficoltà è sotto quale etichetta mettere questo post : Videnda, agenda, intro o “fuori categoria”. Come vedi ho optato per intro, anche se siamo ormai all’ottavo post.
Beh, dirai, se fossero queste le difficoltà!
In effetti più che un post “interlocutorio” è quello di una settimana in cui non ho dedicato molto tempo al blog. Succede e succederà ancora. Finora non ho ancora saltato una settimana e cercherò di evitare questa eventualità se mi sarà possibile.
A Martedì prossimo.

Nei casi dubbi ci si decida per il giusto.
Karl Kraus, Detti e contraddetti, 1909


martedì 10 gennaio 2012

COSE DA NON FARE




''Se è possibile è bene evitare di chiedere a prestito un libro, sia pure al più caro amico. Molto più spesso non si ha il coraggio di opporre un rifiuto alla richiesta, ma molto a malincuore si vede uscire dalla nostra casa ciò che a volte costituisce il dono di una persona cara o l'acquisto fatto con qualche sacrificio. Non è mai simpatico chiedere a prestito niente, ma per i libri lo è ancora di meno. Non bisogna considerare il libro come un oggetto di nessuna importanza. Un libro ha il suo valore commerciale e affettivo. Dunque, si eviti di chiedere libri a prestito. Alla persona che chiede un libro, se dentro di noi abbiamo deciso di non darglielo, occorre dirlo con la massima cortesia, prendendo magari come scusa il fatto che il libro in questione non ci appartiene e che, a nostra volta, lo abbiamo avuto per qualche giorno da un conoscente. Oppure si può anche dire che, trattandosi di un caro ricordo, non lo cediamo volentieri, sia pure per breve tempo. Chi ci ha prestato un libro ha diritto di riceverlo di ritorno, entro il più breve tempo possibile e nelle condizioni in cui ci è stato prestato. Si ricoprano i libri avuti in prestito onde evitare che si sgualciscano o si macchino. Non si pieghino gli angoli delle pagine, ma si usi un qualche segnalibro. E soprattutto non si facciano segni con unghie o matite per sottolineare una frase o un pensiero che ci hanno colpiti. Inutile dire che è estremamente scorretto dare in lettura ad amici libri che ci sono stati prestati da altra persona. Il chiedere di ritorno un libro ad una persona cui lo abbiamo prestato da tempo, non costituisce altro che un pieno diritto''.

Enciclopedia della famiglia e della casa - a cura di De Stefanis, Alfonsi, Romano, Ferrini, ecc.

Tratto dal Capitolo ''Saper Vivere'' (Armando Curcio Editore, 1956).


Ciao Maggie,

                ritorno ai post sui libri, in particolare su “Il Signore degli anelli”, perché la sua vicenda mi permette di darti un consiglio molto importante: non prestare mai i libri!

                Ti ho già detto che quel libro (l’edizione della Rusconi) per me così importante mi è stato regalato da un carissimo amico tanti anni fa, ma quella copia (a cui io tenevo tantissimo) nella mia libreria non c’è più e chissà dov’è in questo momento.

                Un giorno qualcuno me l’avrà chiesto, oppure mi sono sentito io di suggerirne la lettura … ma quel qualcuno chissà chi è, e del libro ormai nessuna traccia. Non è successo solo con quel libro e nemmeno solo con i libri, anche perché la memoria di tuo papà non è certo quella di un elefante.

                In alternativa, ogni volta che presterai un libro a qualcuno segnati bene da qualche parte a chi l’hai dato. Ma, potendo, non fare eccezioni alla regola.



Proverbio dei librai francesi:

Livre prete', souvent gate', toujours perdu

(Libro prestato, spesso sciupato, sempre perduto).

martedì 3 gennaio 2012

CONNECTION




This is a song I've been singing for about fifteen years I guess...and, you know, when we decided to come out on the road this time, I knew we wanted to come out and sing, sing a new song, that's my job, and ...I kinda sat around and thought of things that would work and this is a song...I guess, it's changed a lot over the years as I've sung it and seemed to be able to open up and sorta let the time in...when I wrote it I was 24 years old and I was sitting in my bedroom in Long Branch, New Jersey and I think back and it surprises me about how, how much I knew about what I wanted, because the questions that I asked myself in this song it seems like I've been trying to find the answers to them ever since and ...I guess when I wrote this song I thought I was writing about a guy and a girl that wanted to run and keep on running...and that was a, a nice romantic idea, but uh, I realised that after I'd put all those people in all those cars I was going to have figure out someplace for them to go ... and I realised that in the end, I guess, that individual freedom when it's not connected to some sort of community or friends or the world outside, ends up feeling pretty meaningless ... so I guess, that guy and that girl, they were out there looking for a connection, and I guess that's what I'm doing here tonight...so, uh, this is a song about two people trying to find their way home...I'd like to do it for ya and dedicate it to ya, and just say this song has kept me good company on my search and I hope it's kept you good company on yours...

Canto questa canzone più o meno da 15 anni … e dovete sapere che quando abbiamo deciso di riprendere un nuovo tour, ci proponevamo di fare qualcosa di nuovo, fa parte del mio lavoro … ci siamo seduti pensando a qualcosa che potesse funzionare e ho pensato a questa canzone E’ cambiata molto negli anni e quando la canto sembra aprirsi al fluire del tempo ... Quando l'ho scritta avevo 24 anni ed ero seduto nella mia camera a Long Branch, nel New Jersey. Quando ci ripenso mi sorprende constatare che sapevo già molto bene quel che volevo, perché le domande che mi pongo in questa canzone sono le stesse a cui cerco ancora di dare una risposta. Mentre la scrivevo pensavo ad un ragazzo e una ragazza che volevo correre e continuare a correre ... una idea bella e romantica, ma mi rendevo conto che dopo aver messo tutta quella gente su tutte quelle macchine dovevo trovare un posto per loro dove andare ... e mi sono reso conto che, in definitiva, questa libertà individuale, se non è legata ad una comunità di amici o al mondo intorno, finisce per essere senza senso... così io immagino che il ragazzo e la ragazza della canzone cercassero degli amici, ed io stasera cerco la stessa cosa ... così, questa è una canzone che parla di due persone che stanno cercando di trovare la strada di casa .. voglio suonarla per voi e dedicarla a voi, e dirvi soltanto che questa canzone mi ha fatto buona compagnia nella mia ricerca e spero che vi aiuti anche nella vostra ..."





Ciao Maggie,

        con questo post iniziamo il 2012. E non potevamo iniziarlo meglio! (Tra l’altro sarà l’anno dell’ennesimo concerto – sia ringraziato il cielo-)

        La versione che preferisco è quella “full-band”, naturalmente, ma questa introduzione mi ha sempre folgorato. Non smetterei mai di ascoltarla e di leggerne le parole. “… Questa libertà individuale, se non è legata ad una comunità di amici o al mondo intorno, finisce per essere senza senso...”. Si può dire qualcosa di più profondo e sensato? Ogni “credo”, religioso o no, ogni valida proposta di un senso a questa vita che ci tocca vivere, approda a questo. Siamo fatti per amare e non c’è nulla più importante di questo e si corre a vuoto se non si arriva a questa meta.

        L’inizio di un anno è momento di auguri. Beh Maggie che tu possa sempre essere “in ricerca” e che in questa ricerca tu sia sempre in buona compagnia!

“A la tarde te examinaran en el amor”

("Alla sera della tua vita sarai giudicato sull’amore")

S. Giovanni della Croce