martedì 28 maggio 2013

STRINGIAMOCI A COORTE



Ciao Maggie,
         periodicamente la diatriba sull’inno di Mameli (o Fratelli d’Italia o, più correttamente, il Canto degli Italiani) torna alla ribalta. Ti dirò brevemente la mia. Non mi piace. Intendiamoci, parlo del punto di vista artistico/musicale. Molti altri inni nazionali li preferisco al nostro sotto questo profilo e, naturalmente, non mi perdo, quando posso, un’esecuzione di The Star-spangled Banner, prima di un superbowl, di una finale NBA o di altri avvenimenti importanti.                          
Bello o brutto che sia è comunque il nostro inno, quello dell’Italia, della nostra Patria. Ed entriamo così in un altro ginepraio. Certo, in molte occasioni è per me  un vanto essere “italiano”. Pensa che alle volte sono orgoglioso di essere Canturino o Comasco… Mi risulta difficile, però, non provare anche un po’ di vergogna per tutti i lati negativi che l’«italianità» porta con sé. E comunque tendenzialmente mi sento e vorrei che tu ti sentissi cittadina del mondo, prima che italiana, europea o “padana” (considerando naturalmente che la padania non esiste).
         Il 2 Giugno, nel giorno che ricorda la data del referendum che ha visto prevalere nel 1946 la forma repubblicana di governo rispetto alla monarchia,  sarà la festa della Repubblica. Per caso riguardando alcuni momenti dell’elezione di Papa Francesco, ti è capitato di sentire l’esecuzione dell’Inno e, come è tipico di questo periodo della tua vita lo hai voluto risentire e risentire finché non l’hai imparato a memoria. Eccoti la tua marziale esecuzione.

        

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