martedì 26 marzo 2013

SACRO E PROFANO

Ciao Maggie,
da qualche giorno (14 Marzo) Bruce ha ricominciato il Wrecking Ball tour in Australia e questo ha rimesso in moto l'attesa per il concerto (purtroppo l'unico) di quest'estate a San Siro. Tanto per capire di cosa stiamo parlando ti riporto alcuni post di un’interessante pagina Facebook: “E-street facts”.
«Durante il 2012, BruceSpringsteen & The EStreetBand hanno suonato 190 canzoni diverse, di cui 51 canzoni cover…Dopo l'età di 50 anni, Bruce Springsteen ha suonato 15.227 canzoni in oltre 607 live shows …Nel 2012, all'età di 62, Bruce Springsteen ha suonato dal vivo 2.420 canzoni in oltre 85 spettacoli ufficiali. Ovvero 28,1 canzoni per sera».
Tra le altre suonate dall’altra parte del mondo c’è anche la canzone da cui prende il nome il diario mensile.
«...but when they said "Sit down" I stood up”... but when they said "Come down" I threw up... but when they said "Pull down" I pulled up Ooh-ooh growin' up».


Siccome ogni tanto ho l’impressione che questo, più che un blog generico, sia una specie di catechesi - cosa che non vorrei assolutamente - e considerato il fatto che di Papa Francesco dovremo riparlare, il dubbio di finire qui mi è venuto. Ma oggi è il Martedì della Settimana Autentica, così ho ceduto alla tentazione e ti riporto un bellissimo canto di Guido Meregalli, che meriterà a suo tempo un post “dedicato”.

«Gli occhi videro il mondo
durante giorni che non ricordo.
Il tempo seguì i miei passi
per un mistero che non conosco.
Un uomo tese le mani,
raccolse il bimbo che aveva in dono
e buona vidi mia madre:
il mio respiro fu pianto e sogno.
Il tempo indurì le mani,
ogni mio sogno si fece terra.
La strada a chi non ha ali,
il primo passo fu sfida e rabbia;
parole a nutrir la voce
e luci senza veder la strada:
sul ciglio stavo seduto
e fui bambino tra stelle e sabbia.
Io non ho più paura,
vedo un torrente di volti
che scorre tra gli argini
di una stessa avventura:
chi è vicino alla fonte,
chi già lascia la valle,
chi ha percorso da tempo
la grande pianura…
Davanti al mio nome
ti sei fermato
e dal primo respiro
mi hai tenuto per mano.

Fu quando mi seppi dono
che dire grazie fu dire molto.
A tanti chiesi una meta:
ebbi il consiglio di stare pronto.
Temetti la verità
quando il coraggio si fece orgoglio.
Qualcuno mi disse: cerca
con umiltà di chi accoglie un dono.
La storia si è fatta casa;
il tempo, attesa di una salvezza.
L’amore di chi ha creato
si è fatto impronta di ogni speranza.
La carne si è fatta segno,
custode e tempio di tenerezza.
Il Padre si è fatto Figlio
e fu bambino tra stelle e sabbia.
Io non ho più paura,
vedo la luce e ritorna la pace,
la strada si è fatta sicura;
ora vedo la fonte
e la grande pianura:
la potenza creatrice
si è fatta creatura.
Davanti al mio volto
ti sei chinato
e fratello nel viaggio
mi hai tenuto per mano.

Ho visto semi d’amore
unire mani destini e corpi,
portare consolazione
a chi conobbe dolore e morte;
ho visto colmare abissi
con un abbraccio riconciliante,
ho visto una croce infissa
dove il perdono si fece sangue.
La strada si è fatta folla,
il monte, pietra dell’agonia.
Il cielo si è fatto tenda
della promessa e della memoria.
La voce si è fatta grido,
le mani preda della follia.
Il corpo si è fatto pane
per tutti gli uomini senza storia.
Io non ho più paura,
vedo l’amore che scende la valle
e consola la grande pianura;
è sospinto alla foce
sopra un legno crudele:
condivide la sorte
di ogni creatura.
Davanti a una croce
ti sei piegato,
le tue mani nel legno
mi han tenuto per mano.

La storia si fece luce
durante un’ora di poesia.
L’amore divenne forza
che dolce vince ogni resistenza.
La terra si fece altare
di imprevedibile liturgia.
La morte si fede figlia
riconciliata dell’esistenza.
Fu allora che vidi il cielo
sacra dimora dell’infinito;
fu allora che amai la terra
forma possibile dell’assoluto;
feconda di una speranza
che lega volti cuori e destini,
accolgo la verità
fino a che tutto non sia compiuto.
Io non ho più paura
vedo una grande distesa di pace
accogliere l’acqua più pura:
chi è vicino alla fonte,
chi già lascia la valle,
chi è già parte di Dio
nella grande distesa.
Davanti al mio nome
ti sei fermato
e dal primo respiro
mi hai tenuto per mano».

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