martedì 12 marzo 2013

ASPETTA DUE MINUTI...


Ciao Maggie,
         nella “snervante” attesa, tra candidati Papi e candidati premier, ho deciso di dedicarti una pausa sportivo/estetica.
         Da che ho ricordi televisivi, tra Borg e Connors ho sempre preferito Borg, come anche tra Borg e Mc Enroe (!). Però tra Connors e Mc Enroe tifavo per il primo (!). Tra Lendl, Connors e Mc Enroe tifavo per il Ceco che preferivo anche nei confronti di Wilander, Edberg e Becker. Edberg però (giocava un tennis meraviglioso, ormai scomparso) precedeva gli altri due. Tra Sampras, Agassi ed altri contemporanei tifavo sempre Sampras. Oggi sempre Federer, specie nei confronti di Nadal che per me è (pur riconoscendogli una grande forza di volontà) la massima espressione del tennis peggiore, tutto potenza e forza muscolare. È evidente, a questo punto, che questo post è una conseguenza diretta di quello di qualche  settimana fa, su talento ed esercizio. Il punto di Federer (dopo due minuti) nel video,   dimostra  che Il miglior tennista di tutti i tempi (almeno per me, naturalmente) si allenerà anche tantissimo ma ha innato un talento inarrivabile; e avrei potuto sceglierne decine, centinaia di altri.
         Qualche precisazione sugli “scontri diretti” di cui sopra però, va fatta: dopo queste disquisizioni su talento e allenamento e vista la mia predilezione per il talento è difficile capire come mai, ad esempio Mc Enroe o Edberg finivano dietro ad altri meno talentuosi. Ma è così. Agassi ha tutta la mia ammirazione per molti motivi, anche se tifavo quasi sempre per il suo avversario. Ed infine: Marcelo Rios e Petr Korda, pur non comparendo in classifiche dei migliori, mi suscitavano spesso grandissime emozioni: bastava, appunto, un colpo del loro talento.


“Impossibile da descrivere concretamente la bellezza di un fuoriclasse… L'intuizione e il suo senso del campo sono portentosi, il gioco di gambe non ha eguali nel tennis …Tutto vero, eppure non spiega niente né evoca l'esperienza di guardare questo giocatore in azione. Di assistere, con i propri occhi, alla bellezza e al genio del suo tennis. Meglio arrivare alla questione estetica per vie trasverse, girarci intorno, o – come faceva Tommaso d'Aquino col suo soggetto ineffabile – cercare di definirla in termini di ciò che non è. La particolarità di Federer è che è Mozart e i Metallica allo stesso tempo, e l'armonia è sopraffina. La spiegazione metafisica è che Roger Federer è uno di quei rari atleti preternaturali che sembrano essere esenti, almeno in parte, da certe leggi fisiche. Validi equivalenti sono Michael Jordan, che non solo saltava a un'altezza sovraumana ma restava a mezz'aria un paio di istanti in più di quelli consentiti dalla gravità, e Muhammad Ali, che sapeva davvero «aleggiare» sul ring e sferrare due o tre jam nel tempo richiesto da uno solo … Quasi tutti gli amanti del tennis che seguono il circuito maschile in televisione hanno avuto, negli ultimi anni, quello che si potrebbero definire «Momenti Federer». Certe volte, guardando il giovane svizzero giocare, spalanchi la bocca, strabuzzi gli occhi e ti lasci sfuggire versi che spingono tua moglie ad accorrere da un'altra stanza per controllare se stai bene. I Momenti sono tanto più intensi se un minimo di esperienza diretta del gioco ti permette di comprendere l'impossibilità di quello che gli hai appena visto fare”.


David Foster Wallace, “Roger Federer as Religious Experience”.
 

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