martedì 9 ottobre 2012

SENZA LIMITE E GIUDIZIO



“…Perciò, se vuoi trovarmi vivo, vista questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli, poiché se non verrai prima di tale giorno, non mi potrai trovare vivo.
E porta con te un panno di cilicio in cui tu possa avvolgere il mio corpo e la cera per la sepoltura. Ti prego ancora di portarmi di quei dolci, che eri solita darmi quando mi trovavo ammalato a Roma”.
(dalla Lettera a donna Jacopa)


Ciao Maggie,
            la sera del 3 ottobre 1226, dopo i vesperi, moriva san Francesco d’Assisi.
            Non è difficile spiegarti perché sono così affascinato dalla sua figura … come si potrebbe – dopo averlo incontrato – non esserlo?!, Se hai conosciuto la sua vita, se sei stato ad Assisi, se hai parlato con chi, sul suo esempio, ha dedicato a Dio la vita, non potrai non rimanere indissolubilmente legato a lui.
            Non certo legato alla stereotipata e sdolcinata caricatura di film alla “Fratello sole e sorella luna”, non certo all’”ecologista” o “pacifista” ante litteram… Piuttosto legato alla sua umanità vera e profonda, alla radicalità delle sue scelte. Ecco quello che mi ha sempre attirato ed anche un po’ sconcertato: la sua dedizione totale al Vangelo e – di conseguenza – il suo Amore totale per i fratelli, in particolare i più poveri. Mi domandavo e mi domando: si può essere “Cristiani” meno di così. Questa domanda meriterà altri approfondimenti…
            Pensa che San Francesco ha composto il suo scritto più conosciuto, il cosiddetto “Cantico delle creature”, mentre era gravemente malato, quasi cieco e con i suoi compagni che stavano già dividendosi e scontandosi su come raccogliere la sua eredità!  Ma il suo animo era talmente rappacificato e sereno, così da lodare Dio anche per “sora morte”!
            Mickey Rourke era fisicamente tra i meno adatti a interpretare il ruolo di Francesco in un film, ma sotto la splendida direzione della Cavani, ha sapute “entrare nella parte”. La scena delle stigmate è sicuramente molto forte, ma – a mio parere – assai riuscita. Memorabile anche la scena dell’approvazione della regola con le tre risposte: “L’uomo nuovo”, “Le sue orme”, “Senza limite e  giudizio”. Una umanità sapiente e unificata.

CAPITOLO 10 dei Fioretti
Come frate Masseo quasi proverbiando, disse a santo Francesco che a lui tutto il mondo andava dirieto; ed egli rispuose che ciò era a confusione del mondo e grazia di Dio; perch'io sono il più vile del mondo.
Dimorando una volta santo Francesco nel luogo della Porziuncola con frate Masseo da Marignano, uomo di grande santità, discrezione e grazia nel parlare di Dio, per la qual cosa santo Francesco molto l'amava; uno dì tornando santo Francesco dalla selva e dalla orazione, e sendo allo uscire della selva, il detto frate Masseo volle provare sì com'egli fusse umile, e fecieglisi incontra, e quasi proverbiando disse: "Perché a te, perché a te, perché a te?". Santo Francesco risponde: "Che è quello che tu vuoi dire?". Disse frate Masseo: "Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti e d'udirti e d'ubbidirti? Tu non se' bello uomo del corpo, tu non se' di grande scienza, tu non se' nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?". Udendo questo santo Francesco, tutto rallegrato in ispirito, rizzando la faccia al cielo, per grande spazio istette colla mente levata in Dio; e poi ritornando in sé, s'inginocchiò e rendette laude e grazia a Dio; e poi con grande fervore di spirito si rivolse a frate Masseo e disse: "Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me tutto 'l mondo mi venga dietro? Questo io ho da quelli occhi dello altissimo Iddio, li quali in ogni luogo contemplano i buoni e li rei: imperciò che quelli occhi santissimi non hanno veduto fra li peccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grande peccatore di me; e però a fare quell'operazione maravigliosa, la quale egli intende di fare, non ha trovato più vile creatura sopra la terra; e perciò ha eletto me per confondere la nobilità e la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, acciò che si conosca ch'ogni virtù e ogni bene è da lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria, si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno". Allora frate Masseo a così umile risposta, detta con fervore, sì si spaventò e conobbe certamente che santo Francesco era veramente fondato in umiltà.
A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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