martedì 15 gennaio 2013

"LA VOCE"




New York New York


Start spreading the news, I’m leaving today
I want to be a part of it New York, New York.
These vagabond shoes are longing to stray
and step around the heart of it New York, New York
I wanna wake up in that city, that doesn’t sleep,
to find I’m king of the hill top of the heap.
My little town blues, are melting away
I’ll make a brand new start of it – in old New York
if I can make it there, I’d make it anywhere
it’s up to you – New York, New York

I wanna wake up, in that city that doesn’t sleep,
to find I’m king of the hill, head of the list
cream of the crop at the top of the list
My little town blues are melting away
I’ll make a brand new start of it, in old New York
if I can make it there, I’d make it anywhere
it’s up to you, New York New York 



Ciao Maggie,
         uso spesso titoli in inglese per i post, senza un motivo particolare. Forse perché molte delle canzoni che mi piacciono sono in quella lingua, forse perché il mondo americano mi affascina o forse perché è una lingua che -  purtroppo – conosco poco (infatti storpio tutte le canzoni che canto…) e che vorrei invece tu parlassi come la tua prima lingua. Stavolta ho fatto “appositamente” il contrario. Avrei dovuto scrivere “The Voice” invece ho scelto l’italiano. All’”italianità” di Sinatra si deve infatti, secondo alcuni, la dote di cui ti parlerò tra poco.
         Non porrei particolare attenzione al testo, anche perché Sinatra non era autore delle sue canzoni. Ero indeciso tra questa e "My way", ma ha prevalso il mio amore per la Grande Mela.
         Nello sterminato panorama musicale passato e soprattutto presente ci sono artisti di cui (fortunatamente!) non sentirai più parlare quando sarai grande. Almeno spero. Ma questa voce inconfondibile, questi temi immortali, sono sicuro che, anche se non saranno il tuo genere preferito, faranno ancora parte del sottofondo sonoro della tua esistenza.
         Ma il motivo vero per cui ho scelto questa canzone è l’occasione di affrontare la questione fondamentale se sia più importante il talento o l’esercizio. Tutto nasce dal fatto che una trasmissione radiofonica su Sinatra di qualche settimana fa sottolineava come si potrebbe facilmente dire: “beh, con una voce così…tutto è più facile”. Invece oltre all’indubbio talento naturale, il giovane Frank era letteralmente ossessionato dall’esercizio della sua voce tanto da cantare con la testa immersa nella vasca da bagno per esercitare il fiato e i polmoni. Non è una questione di poco conto e le domande che nascono sono diverse e tutte fondamentali: basta il solo talento, l’allenamento e la costanza possono sopperire alla mancanza di doti naturali?
         Se ne parla spesso, soprattutto nello sport, dove il talento, l’estro sono doti fondamentali ma ci sono stati campioni che hanno raggiunto livelli di eccellenza e traguardi ambiziosi anche con la costanza, la tenacia e il duro allenamento, senza essere particolarmente dotati di talento. E di tanti altri con doti sopraffine si è invece detto: “se avesse avuto anche testa e costanza di allenamento…”.
         Nel campo sportivo, ma vorrei dire anche in ogni altro aspetto della vita, per conto mio tenderei a mettere in primo piano il talento: non si diventa Julius Erving, Roger Federer, o Pelè solo allenandosi duramente. E continueremo a dire: “se Maradona si fosse allenato di più…” Ma lui è stato Maradona!
         Però “The voice” aveva sì un talento naturale per il canto, ma la nota tenuta così a lungo e l’armonia del tono che fa sembrare facile anche il difficile sono frutto soprattutto della sua dedizione maniacale per l’allenamento della voce. Anche Bruce – ovviamente – avrebbe molto da dire sul mix talento-forza di volontà.
         Ecco quindi un altro augurio per il tuo futuro: che tu sappia individuare il TUO TALENTO (perché ognuno di noi ne riceve uno in dono) ma anche che tu abbia la volontà e la tenacia di saperlo “sfruttare” al meglio!
Il talento toglie significato all'idea stessa di esercizio; quando si trova qualcosa per il quale si ha talento vero, la si fa (qualunque cosa sia) fino a farsi sanguinare le dita o cascare gli occhi dalla testa.
Stephen King, On Writing, 2000

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