martedì 13 novembre 2012

13 NOVEMBRE



Ciao Maggie,
            il 13 Novembre 1992, esattamente 20 anni fa, moriva tuo nonno Mario.
            Per adesso è ancora semplice dirti che lui è in cielo ed è una frase che già ripeti quando vedi la sua fotografia.
            Molto difficile in questi anni è stato invece per tua mamma, le sue sorelle e tua nonna Marilena, vivere quotidianamente l’assenza di un padre e di un marito. Nella mia vita ho conosciuto pochi grandi lutti personali, ma spesso ho avuto a che fare con persone segnate dalla profonda ferita della mancanza di una persona importante, un coniuge, un figlio… Mi sono reso conto che, se è già arduo affrontare in generale il tema della morte, consolare e dare una “spiegazione” a certe situazioni è una salita a volte insormontabile.
            Poiché noi diamo a certe relazioni un valore “assoluto” nella nostra vita, la loro perdita ci fa mancare un po’ la terra sotto i piedi, che si sia credenti o no. Allora le parole giuste da dire sono difficilissime da trovare, spesso inutili, falsamente consolatorie, a volte addirittura dannose! Nella mia esperienza sono arrivato alla conclusione che è molto meglio “farsi prossimo” a queste persone, anche in silenzio, ma con una condivisione fattiva e duratura del dolore piuttosto che cercare di dare risposte immediate e poi lasciarle alla loro incolmabile solitudine. Non sempre ci sono riuscito, ma ci ho provato e comunque la ritengo l’unica strada.
            Con nonna Marilena ho cercato di ricordarmi ogni anno della data del 13 Novembre con piccoli pensieri “positivi” che prendo da pagine che ho letto, dalla Bibbia, da grandi autori e poeti.
            Quest’anno ho scelto una poesia di Borges: I Giusti. Ho conosciuto nonno Mario solo superficialmente e per breve tempo, ma molto di più per la testimonianza di persone che lo hanno incontrato sul loro percorso di vita e stimato come familiare, collega, politico, Sindaco. Credo quindi che possano adattarsi al suo ricordo questi versi che ricordano a ciascuno di noi come svolgere le proprie attività con passione, dedizione, generosità, coerenza, sia il primo modo per “salvare” il mondo in cui viviamo.

I Giusti

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur
giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges
(La cifra, 1981)

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