martedì 24 luglio 2012

WELL, I GOT THIS GUITAR AND I LEARNED HOW TO MAKE IT TALK


Ciao Maggie,
            E’ passato ormai più di un  mese dal concerto di Milano e da quello, bagnato, di Firenze.
            Può il fan(atico) di un artista definirlo il più grande performer rock di tutti i tempi, con obiettività e imparzialità di giudizio? La risposta ovvia dovrebbe essere: no; il suo giudizio sarebbe inficiato dalla sua passione. Eppure…io sono un tifoso appassionato di Cantù e del Torino e spesso (sempre) il mio modo di parlare è da tifoso più che da sportivo, ma non mi sognerei mai di dire che sono le più grandi squadre di Basket e di Calcio di tutti i tempi…       
            Quest’ultimo tour, ancora in corso, è l’ennesima conferma che, sera dopo sera, quello che fa Bruce sul palco, insieme alla E street Band, è ineguagliabile da qualsiasi altro artista. E aumentano i rimpianti per aver saltato quella data a cui avrei potuto esserci o per non esserci stato a quel concerto in cui ha eseguito quel pezzo.
            Per me i due estremi di un concerto di Bruce sono come due metafore di altrettante realtà fondamentali della vita: l’Attesa e la Nostalgia; in mezzo pura Gioia.
            La mia passione è a un livello tale per cui non ho alcun dubbio: qualsiasi canzone suonerà, con ogni condizione atmosferica, con un audio perfetto o no … sarà sempre un evento a prescindere. Si comincia all’apparire dei primi rumors sul tour: ogni giorno l’aggiornamento delle novità e delle modalità di acquisto dei biglietti, poi – da qualche anno, perché prima era molto più complicato – occorre liberare assolutamente da qualsiasi impegno il giorno e l’ora dell’inizio della messa in vendita on line dei biglietti.  Arrivati i biglietti e iniziato il tour si guardano le prime scalette: quante nuove canzoni, quanti “classici”, quante sorprese, quanto è durato? Perciò essere lì, prima dell’inizio, sugli spalti di uno stadio, tra le fila di un teatro, diventa un’ATTESA sempre più adrenalinica ad ogni minuto che passa, finché entrano ad un ad uno i membri della Band e infine Bruce e attaccano le note della prima canzone.
            In mezzo, per un tempo, un’energia profusa ed una varietà di scalette che nessun’altro può permettersi nemmeno lontanamente, c’è la GIOIA del Rock, la potenza della band, la poesia dei suoi testi, le pantomime con Clarence (…) o con Little Steven.
            Conoscendo un po’ la struttura dei concerti, anche se con Bruce non c’è mai un concerto uguale all’altro, ad un certo punto si comincia a capire che siamo verso la fine…è una sensazione strana, piacevole e triste ad un tempo. Piacevole per la fortuna di aver assistito a qualcosa di magico e triste perché sai che l’ultimo colpo di batteria di Max, i saluti, ti lasceranno dentro una sensazione di vuoto, una NOSTALGIA che ti rimarrà dentro a lungo…Almeno fino al prossimo concerto!

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