martedì 3 luglio 2012

FATTO CON I PIEDI


Ciao Maggie,
            sospendo momentaneamente il diario di Giugno, rimandandolo alla prossima settimana, per qualcosa che non avrei mai immaginato di fare: l’elogio di uno juventino!
            Ad europei finiti (male), posso parlarti un po’ di calcio, lo “sport nazionale”. Penso di non guardare una partita intera dai tempi della finale dei mondiali ’82, quando fu inevitabile, con tutta la famiglia seduta in salotto a godersi lo spettacolo… Erano, però, anche gli anni in cui cominciavo ad andare al Pianella e, conosciuto il Basket, ovviamente, non c’è più stato confronto.
            Ho avuto modo di vedere anche partite di calcio dal vivo quando accompagnavo i “barabit” alle partite che Inter e Milan offrivano loro. Ed era il Milan di Arrigo Sacchi, non uno qualsiasi, ma non c’è niente da fare, non c’è paragone! Non succede talmente niente di interessante per lunghi tratti di una partita di calcio che, per quanto mi sforzi, o mi addormento o cambio canale! Infatti durante questa finale ho tagliato il prato (sperando di non aver disturbato nessuno)
            Non posso negare che la genialità e la fantasia ovviamente esistano anche nel calcio … proprio in una di quella partite “live” a San Siro, ad esempio, ho assistito ad uno spettacolo incredibile. Era un Milan-Ascoli se non sbaglio e c’era stato un primo tempo che solo il peggior calcio può offrire. Avrei voluto anch’io leggere – come faceva ogni volta il mio compagno Carlo – il quotidiano. Senonché, proprio alla fine del primo tempo, l’Ascoli ebbe la malaugurata idea di segnare un gol. Chissà, avrebbe potuto finire 0 a 0. Al rientro in campo, in un quarto d’ora, i vari Gullit, Donadoni, Van Basten, segnarono tre gol e amen. Fu un bel quarto d’ora.
            Di Van Basten è anche quello che – a mio parere – è il gol più bello che abbia mai visto, segnato ad un Europeo alla Russia. La UEFA, chissà perché, non mi permette per ora di farti vedere il video che avrei voluto mettere in questo post, così ti metto la prodezza di questo campione olandese. Sapeva fare cose per cui ogni tanto posso guardare anche un po’ di pedate a un pallone.
            A pensarci bene, quello che ti ho detto all’inizio non è del tutto vero. Perché c’è un altro calciatore che ha indossato, tra le altre, la maglia bianconera di cui dovrei fare l’elogio, un vero poeta, un vero artista, il più grande per me, ma ne parleremo un’altra volta.
            Comunque, tutto questo, era per dire che dell’indigestione di calcio di questo mese di Giugno, una cosa sola mi ha davvero emozionato: il cucchiaio di Pirlo. Un artista geniale.

Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del «goal». Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica.
Pier Paolo Pasolini

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