Ciao
Maggie.
Esiste la magia? Una mattina,
sulla poltrona dell’appartamento di Bormio, appena dopo aver finito di rileggere
uno dei miei libri preferiti, con quella sensazione piacevole e triste allo
stesso tempo, mentre il sole cominciava a sorgere dietro le montagne, mi è
capitato di trovare su You Tube una nuova versione di NYCS eseguita a Roma nel
luglio scorso. Ecco, se esiste, quello è stato un momento di pura Magia. Mi vedo “costretto” quindi a riparlare di
Bruce. Siccome continuo a riascoltarla, siccome “non passa”, mi soffermo ancora
sull’esecuzione di New York City Serenade.
Per cominciare, alcuni “freddi” dati: è stata la prima
esecuzione al di fuori degli Stati Uniti (e non è che anche al di là
dell’Atlantico sia stata suonata spesso). In questo caso è stata impreziosita
da una sezione di archi rendendola magnifica. Aggiungo che nel concerto non
sono mancate altre perle e rarità.
C’è un altro motivo per cui ne parlo ancora. L’album da
cui è tratta, The
wild, the innocent & the E street shuffle, è del 1973, esattamente 40
anni fa. Ascoltandola, rimango stupito da come un ragazzo di 24 anni, al suo
secondo album, possa scrivere un capolavoro di tale bellezza e ambizione (è uno
dei motivi per cui non viene eseguita così spesso). Un grande talento
indubbiamente, ma la bella biografia scritta da Peter Ames Carlin che sto
leggendo in questi giorni, una volta di più ha confermato un pensiero che ti ho
ricordato altre volte. Una volta compreso (per caso, per ciò che viveva
nell’ambiente familiare…) che la chitarra era il suo futuro, non ha solo fatto
affidamento sulle sue doti naturali, ma ha passato ore ed ore, pomeriggi,
giornate ad esercitarsi ed a migliorare. Così come, pur non avendo concluso il college, non ha mai smesso di "imparare" la scrittura, provando e riprovando, attingendo dalla sua grande cultura cinematografica, leggendo i classici della letteratura americana.
Talento e esercizio il binomio che mi fa immediatamente
tornare a te ed alla tua vita in costruzione.
La mia preghiera
quotidiana è proprio questa: che tu possa capire qual è il tuo talento, magari
per caso, magari provando e riprovando, magari seguendo strade che sembrano
scomode e desuete (e che io forse non approverei immediatamente). E che tu
possa avere la costanza e la determinazione per coltivarlo e farlo crescere.
Ovviamente prego anche perché io non sia in alcun modo un
ostacolo in questo cammino, ma, se mi è possibile, un aiuto.
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