L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.
Marcel Proust
Ciao Maggie,
una
settimana fa è morto un mio caro amico. Dico caro, anche se non lo vedevo ormai
da mesi, perché ho condiviso con lui un pezzo importante della mia vita e, da
quando si era ammalato, lo ricordavo spesso, insieme alla sua famiglia. Era una persona davvero speciale.
Capirai col tempo che affrontare
il tema della morte è assai difficile. Anzitutto la morte “in astratto”, come concetto; poi
la morte come destino di ogni persona - anche la nostra quindi - e soprattutto la morte
delle persone che ci sono care. Ognuno di questi tre aspetti richiederebbe
pagine e pagine di riflessione.
Vorrei riuscire con te a fare in
modo che non sia un concetto semplicemente rimosso o esorcizzato, rimandato o
nascosto. Molte dalle pagine più belle e delle riflessioni più profonde dell’uomo
sono nate a partire da questa ineluttabile realtà. D‘altro canto è proprio dell’Uomo
chiedersi il perché della vita e di conseguenza il perché essa abbia una fine
(o un Fine). Ti ripropongo quello che ho
scritto alla moglie di Andrea, parole che mi sono costate fatica e che sono
solo un tentativo di starle vicino in un momento così difficile.
Ciao …,
come
sai non sono mai stato un tipo di molte parole. In queste circostanze, poi, le
parole escono con ancora maggiore difficoltà dal cuore e dalla mente. Quando esercitavo il ministero mi è capitato
spesso di dover trovare il modo di confortare persone che avevano vissuto
situazioni di lutto o comunque di difficoltà. Non c’è un manualetto per trovare
le parole giuste, né un corso di teologia apposito.
Sinceramente
ne ho anche sentite di tutti i colori: “È la volontà di Dio”, “Se hai fede non
essere triste”, “Il tempo fa passare tutto” e altre frasi fatte o “di
circostanza” che non me la sono mai sentito di fare mie. Alle volte mi sembrava facessero più male che
bene a chi le ascoltava. Preferivo spesso il silenzio, un caloroso abbraccio,
la vicinanza “affettiva”…
In
realtà, penso che, anche per un credente, la morte rimanga un mistero
insondabile e per certi versi incomprensibile. La morte in generale, quella che
aspetta ciascuno di noi e ancora di più quella che colpisce chi ci è vicino, un
marito, un padre … Mi ha colpito molto
quello che mi hai detto: “io avevo bisogno di lui”. Nel nostro passaggio sulla
terra abbiamo sempre bisogno di legami, di Amore, siamo fatti per questo. Il nostro unico Assoluto deve essere
Dio, tant’è vero che Gesù ci ammonisce: “Chi ama il padre o la madre più di me
non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” e
lo fa in qualche modo anche per “tutelarci”, perché nessuno di noi può essere
figlio, marito, padre, madre per sempre e prima o poi quaggiù questi legami si
spezzano. Però non c’è altro modo di capire Dio se non quello di essere figli,
mariti, mogli, padri, madri, perché, come dice la Parola di Dio, Lui è Padre (e
madre), Figlio, insomma Amore appunto. Come dice San Paolo, l’immagine più chiara
che possiamo farci di Dio è quella dell’amore sponsale tra uomo e donna.
Allora,
e concludo, quando un “fondamento” della nostra vita crolla, la Comunità
cristiana o, per dirla in modo più semplice, gli amici ci sono proprio per
“sostenere”, per stare accanto, accompagnare e in qualche modo colmare il vuoto
che si crea dove viene a mancare una persona cara. So per esperienza - non
personale, ma di persone che ho conosciuto e seguito - che il tempo non lenisce
anzi, a volte acuisce la mancanza di chi è stato importante per noi e quando la
sera ci si ritrova soli…può diventare molto dura. Ma, conoscendo molte persone
che ti sono vicine, so anche che cercheranno in tutti i modi di farti sentire
la loro presenza e vicinanza. Io ti assicuro che, come facevo ogni mattina e
ogni sera per Andrea, continuerò a ricordarmi nella preghiera di te, di Davide
e di Luca.
A
presto.
Un
abbraccio.
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