martedì 18 settembre 2012

THERE'S DIAMONDS IN THE SIDEWALKS



What is this land of America, so many travel there
I'm going now while I'm still young, my darling meet me there
Wish me luck my lovely, I'll send for you when I can
And we'll make our home in the American land…
There's diamonds in the sidewalks, there's gutters lined in song
Dear I hear that beer flows through the faucets all night long
There's treasure for the taking, for any hard working man
Who will make his home in the American land…

Cos'è questa terra chiamata America dove molti stanno andando
Ci vado ora che sono giovane, cara, mi raggiungerai là
Augurami fortuna, amore mio, ti manderò a prendere quando potrò
E costruiremo la nostra casa in terra americana…
Ci sono diamanti sul marciapiede che scorrono in rigagnoli
Cara, ho sentito che la birra sgorga dai rubinetti tutta la notte
Ci sono tesori a disposizione per chi lavora sodo
e costruisce la sua casa in terra americana…


Ciao Maggie,
         mentre preparavo il diario di agosto, altri pensieri mi si accavallavano nella mente.
         Anzitutto mi sono accorto che l’avrei pubblicato l’11 settembre, una data che studierai nei tuoi libri di storia (…o tablet di storia), poi che avevo da poco visto il terzo film di Batman ambientato a Gotam/New York City e infine che stava entrando nel vivo l’avvenimento politico che seguivo da mesi e che mi appassiona ogni volta molto più delle scoraggianti vicende italiane: le presidenziali con la sfida Obama/Romney…
         Riflettevo sul comun denominatore di questi tre pensieri, gli Stati Uniti d’America, e sul fascino che hanno sempre esercitato su di me.
         Ci sono due motivi ovvi anche se possono sembrare “banali”: lo sport che amo di più ed altri sport che mi piace seguire sono nati o sono giocati al loro meglio in questo paese (per non parlare del modo stesso di praticare e vivere la passione sportiva). Anche il cantante che preferisco è americano come molta della musica che ascolto.
         Ma c’è anche di più. Non sono un idealista e proprio Bruce, usato spesso come colonna sonora con il suo brano più celebre (non certo il più bello) per descrivere il mito americano, in quella canzone invece - ed in molte altre - denuncia l’altra faccia del sogno americano, dice con chiarezza che “non è tutto oro quello che luccica”.
         Lo so che non piovono diamanti dai balconi e non esce birra dai rubinetti…
         So anche che probabilmente quando sarai grande le città più belle, vivaci, grandi del mondo, l’egemonia culturale e magari anche politica e militare non saranno più americane (e vedremo/vedrai se sarà meglio…).
         Ci sono anche la teoria del destino manifesto che ha sterminato una razza, la bomba atomica, il puritanesimo, la pena di morte…e molto altro come controcanto.
Eppure la vivacità culturale, la loro storia (breve rispetto alla nostra ma ricca fin dall’indipendenza), la possibilità anche oggi di realizzare il proprio sogno e non di vederlo depresso, la capacità di creare tendenze in ogni campo, l’innovazione tecnologica, il loro territorio, New York, San Francisco…e mille altri affascinanti motivi rendono gli States un mito per me. La terra di speranze e di sogni!



Meet me in a land of hope and dreams

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